16 Aprile 2024

 

La musica tradizionale campana incontra la musica contemporanea, soprattutto l’elettronica, in “Campania Felix”, il disco di Mirko Ettore D’Agostino, musicista, compositore e produttore di origini napoletane che oggi vive e lavora a Barcellona.

 

Il disco, uscito in formato digitale su tutte le piattaforme con l’etichetta inglese Longsongs Music, con la collaborazione di Marcello ColasurdoFrancesco Pellegrino del Vesuvius Ensemble e Gianluca Zammarelli, presta particolare attenzione al tema della protezione e della riscoperta dei repertori a rischio della musica tradizionale, mescolando sonorità antiche e moderne per restituire all’ascoltatore dei suoni vicini alla memoria, ma anche freschi e innovativi.

 

“Campania Felix” si compone di cinque brani, ognuno dedicato a un elemento della tradizione campana: la voce e la lingua napoletana, la tammorra, il flauto di corteccia, la chitarra battente e la zampogna nelle tracce “Lallum”, “Battente”, “Votata”, “L’ultimo fragile soffio” e “4 palmi”.

 

«La scelta degli strumenti è stata fatta dopo una lunga ricerca che ha compreso anche interviste a musicisti, studiosi ed esperti del repertorio tradizionale campano. Attenzione, non della canzone napoletana ma di quello a cui una volta ci si riferiva come musica folklorica, denominazione non più accettata nel campo della musicologia e della etnomusicologia», racconta D’Agostino.

 

Il lavoro parte da un presupposto: c’è il forte rischio che la musica tradizionale in Campania vada via via scomparendo o messa in secondo piano a causa di vari fattori. «Prima di tutto la globalizzazione. In secondo luogo, il fatto che i musicisti ed esperti del repertorio stiano via via scomparendo e che i giovani non conoscano o non siano più interessati a tale musica. Quindi la domanda: come compositore contemporaneo e di musica elettronica, posso preservare e “ripresentare” tale tradizione all’interno di un contesto moderno per attirare nuovi ascoltatori e allo stesso tempo rispettare le caratteristiche fondamentali del repertorio?», spiega l’artista

 

Per rispondere al quesito ha dovuto stabilire quali fossero gli elementi più caratteristici della tradizione campana e soprattutto quali fossero le caratteristiche da mantenere intatte«Dopo una lunga ricerca e tante interviste sono arrivato a delle conclusioni. Per quanto riguarda gli elementi, ho deciso di utilizzare gli strumenti che più di tutti rappresentano la musica tradizionale campana:

voce e lingua napoletana, inclusi dialetti; chitarra battente, un particolarissimo tipo di chitarra di cui molti ignorano l’esistenza e che è caratteristico della nostra musica; tammorra, strumento ritmico per eccellenza della nostra tradizione; flauto di corteccia, un rarissimo strumento “stagionale”, in quanto si ricava dalla corteccia di un albero solo in particolari periodi dell’anno e che dura poche settimane; la zampogna, e in particolare modo quella denominata 4 palmi, tipica della nostra tradizione».

 

Per quanto riguarda invece l’intelligibilità degli elementi tradizionali, ha deciso di fondere insieme 3 tipi di elaborazione del materiale tradizionale, definiti livelli di intervento (conservativo, trasformativo e distruttivo) con 2 tipi di approccio compositivo (realistico e figurativo), per non limitare la sua creatività in fase compositiva ma per rispettare al contempo le caratteristiche fondamentali di strumenti, melodie, ritmi. «Sono arrivato alla conclusione che il modo più efficace per fondere musica tradizionale e musica elettronica sia quello di usare contemporaneamente i 3 livelli di intervento e i 2 tipi di approccio. Questo per rispettare il materiale tradizionale – con un approccio più rispettoso a livello etico e di appropriazione culturale – senza limitare la sperimentazione e la creatività», conclude D’Agostino.

 

 

BREVE BIO. Mirko Ettore D’Agostino è laureato al conservatorio di Frosinone in Musica Elettronica E Composizione Audio-Visiva Digitale e dottorato alla Istanbul Technical University in “Sonic Arts”. Oltre alla composizione musicale, la sua produzione artistica si compone anche di musica destinata alle arti performative, come la danza e il teatro, le colonne sonore e sound design per tv, cinema e radio.  L’artista napoletano ha lavorato a progetti internazionali per compagnie del calibro di Sony, come produttore e ingegnere del suono ed è autore, insieme a Gabriele Cappellani, Gabriele Paolozzi e Luca De Siena, del libro “Laboratorio di Tecnologie Musicali” volumi primo e secondo, usati nella gran parte dei conservatori e licei musicali italiani. Suoi lavori sono stati selezionati ed eseguiti nei maggiori festival internazionali di musica elettronica come ICMC, NYCEMF, Matera Intermedia, Toronto International Electroacoustic Symposium e Forum Wallys Ars Electronica.

 

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