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In scena il ” Ferito a morte – Preludio di Raffaele La Capria”

Mercoledì 4 dicembre 2013, Teatro Nuovo di Napoli
Claudio Di Palma rielabora, per Mariano Rigillo, i testi dello scrittore
partenopeo, trasformandoli in un essenziale melologo dal lirismo onirico
 

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Sarà in scena al Teatro Nuovo di Napoli, da mercoledì 4 dicembre 2013 alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 8), Ferito a morte – Preludio di Raffaele la Capria, in cui Mariano Rigillo darà vita a Massimo De Luca, l’inquieto personaggio, sospeso tra silenzio sottomarino e chiacchiericcio borghese della Napoli degli anni Cinquanta, di quel romanzo entrato nella storia e nella memoria degli italiani.
L’attore partenopeo sarà accompagnato, lungo l’avvolgente performance, dalla partitura musicale di Paolo Vivaldi, al pianoforte, Federico Odling al violoncello, Salvatore Morisco al violino e la voce cantante di Antonella Ippolito.
Il regista dell’allestimento, Claudio Di Palma, porta in scena una narrazione teatrale per parole e musica, che assembla e rielabora l’essenziale del romanzo. Rinuncia al quadro del bel mondo napoletano e si concentra sulla figura del protagonista, rappresentante di quella gioventù dorata vista come espressione del mito deteriore della “napoletanità” ed incarnazione della società civile partenopea, che finisce per tradire i suoi stessi sogni di futuro.
Presentato da Vesuvioteatro, in coproduzione con Napoli Teatro Festival e in collaborazione con Teatro Stabile di Napoli e Festival Benevento Città Spettacolo, la “messinscena” conduce il pubblico nel cuore della narrazione, attraverso il rincorrersi di suggestioni che si fanno concerto, mentre scandiscono il malinconico passaggio da una infanzia nutrita di sole a una vita adulta priva di orizzonti.
Ferito a morte – Preludio è un intenso melologo ispirato a quella linea narrativa del romanzo, in cui il lirismo onirico elegge, con stupefacente credibilità, una bella giornata, una spigola, una donna, l’acqua stagnante nei recessi timpanici, le confuse voci d’intorno ad artefici di una liturgia del tempo sospeso.
Questo “Preludio” è una concertazione del dire che, assecondando l’intento stilistico cui la citazione iniziale sottende, vuole lasciare verbo e spazio solo alla sofisticata semplicità dei sassi musicali di La Capria.
E’ così che la parola ci informa con immediatezza visiva dello scontro tra storia e natura. E’ così che i cromatismi tonali di Rigillo e il contrappunto narrativo della partitura ci raccontano di un pensiero sorpreso tra l’essere ed il non essere, tra la voluntas e la noluntas.
E’ così che la soave inquietudine di una voce femminile lontana, eppure persistente, diviene la fatale premessa per una Grande Occasione Mancata, e si fa forma ideale di una Napoli che ti ferisce a morte o ti addormenta.

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