Ius scholae: pronta la nuova legge sulla cittadinanza – a cura di Ilaria Marciano. Non più Ius soli, ma Ius scholae: è la nuova proposta di legge sulla cittadinanza avanzata da Giuseppe Brescia, deputato del M5S. Il provvedimento punta al riconoscimento della cittadinanza italiana a milioni di bambini e ragazzi, figli di immigrati, nati e cresciuti in Italia. Ad oggi, gli stranieri di seconda generazione sono infatti italiani di fatto ma non di diritto, rimanendo in un limbo giuridico sino al compimento del 18esimo anno di età. Con lo Ius scholae, invece, a cittadinanza italiana verrebbe riconosciuta a ciascun bambino “nato in Italia o arrivato in
Italia prima di aver compiuto 12 anni, nel momento in cui compie un ciclo scolastico di 5 anni,
facendone richiesta”.
Che cosa prevede la legge attuale? Lo Ius sanguinis, in vigore dal 1992, concede la cittadinanza italiana dalla nascita se si è figli di un genitore straniero e uno italiano; i nati in Italia da genitori stranieri, invece, possono farne richiesta solo al compimento del 18esimo anno di età e solo se hanno riseduto nel nostro Paese in maniera continuativa. Il proponente, Brescia, in un’intervista per «La Repubblica», dichiara:
“Credo che il modello dello Ius scholae possa trovare un consenso largo, anche perché mette al centro il valore della scuola; è in classe che si costruisce la cittadinanza, l’appartenenza a una comunità”.
La sua peranza è che il testo possa essere approvato dalla presente legislatura, anche se ha già incontrato la resistenza degli esponenti di Lega e Fratelli d’Italia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. L’ultimo tentativo di riforma risale al 2015, quando alla Camera fu approvato il disegno di legge proposto da Marilena Fabbri, che introduceva lo Ius soli temperato, ossia acquisizione della cittadinanza ai figli di stranieri in possesso di permesso di soggiorno CE di lungo periodo. Ma la
legge non fu mai approvata in Senato. In un’Italia ormai multiculturale approvare questa legge non solo sarebbe un segno di civiltà. Ma vorrebbe anche dire conferire alla Scuola un nuovo ruolo sociale, pedagogico e culturale.