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La Cassa Ragionieri approva il bilancio

Cassa Ragionieri, risultato assestato 2019 pari a + 97,5 milioni

Il 2016 si chiuderà con un utile di 35 milioni, al netto degli accantonamenti

ROMA – Il Comitato dei Delegati della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri, presieduto dal Presidente Luigi Pagliuca, ha approvato oggi pomeriggio le variazioni al bilancio di previsione per l’anno 2016 e il bilancio di previsione del 2017.
“A seguito dell’assestamento di bilancio – spiega Pagliuca – il 2016 si chiude con un utile di 35 milioni circa, al netto degli accantonamenti per rischi di oscillazione dei valori mobiliari e per le svalutazioni dei crediti verso iscritti e conduttori degli immobili detenuti. Si prevede che i proventi per contributi 2016 siano pari a 297 milioni circa, a fronte di una spesa per prestazioni previdenziali e assistenziali di 244 milioni. I costi per servizi si prevedono in crescita nel 2016 del 6,62% rispetto al consuntivo 2015 per un importo di 6,4 milioni di euro, mentre i costi del personale si prevedono sostanzialmente in linea con il consuntivo 2015 e si prevede siano pari a 4,97 milioni”.
Le svalutazioni dei crediti verso iscritti ed inquilini iscritti nell’assestamento della previsione 2016 portano ad una rettifica del valore dei crediti a 16,25 milioni, mentre la rettifica per i rischi di oscillazione delle immobilizzazioni finanziarie è previsto per il 2016 in euro 16,09 milioni. Il rendimento della componente mobiliare del patrimonio si prevede per il 2016 pari a 39,1 milioni con un rendimento lordo complessivo dell’1,9%.
Nel corso dell’assemblea i delegati hanno approvato anche il bilancio di previsione per l’anno 2017, che si prevede evidenzi un utile di 26,3 milioni di euro.
“Nel 2017 –osserva il presidente della Cassa ragionieri – le entrate per contributi sono stimate in euro 291,9 milioni, a seguito del venir meno del contributo di solidarietà posto a carico dei pensionati nel triennio 2014-2016, al fine di ridurre lo squilibrio intergenerazionale. I proventi della gestione immobiliare si stimano in 6,17 milioni di euro. Le prestazioni previdenziali i sono previste pari a 244,7 milioni di euro, mentre le prestazioni assistenziali sono stimate in 6 milioni per l’anno 2017”.
Il rendimento del patrimonio mobiliare e del patrimonio immobiliare investito tramite fondi si stima possa fornire proventi alla gestione 2017 per euro 38,3 milioni di euro, con un rendimento della componente mobiliare di portafoglio confermato all’2,1%.
Il risultato previsto è influenzato dalle rettifiche di valore per la svalutazione dei crediti verso iscritti da iscriversi nel 2017 per l’importi di 18,9 milioni al fine di adeguare il fondo svalutazione dei crediti verso iscritti. Inoltre il risultato d’esercizio previsto è influenzato dall’iscrizione di un fondo rischi per oscillazione delle partecipazioni immobilizzate pari ad euro 10 milioni.
Il numero degli iscritti tra attivi e pensionati in attività che continuano la contribuzione previdenziale presso Cnpr è stimato in 29.200. L’aliquota minima del contributo soggettivo per l’anno 2017 è elevata al 14%, proseguendo il percorso di elevazione dell’aliquota minima del contributo soggettivo che raggiungerà nel 2018 la soglia del 15%.
I delegati hanno anche esaminato il bilancio tecnico attuariale, che annualmente è redatto dall’ente ai fini del monitoraggio dell’andamento del fondo previdenziale a seguito della riforma approvata nel novembre del 2012.
Le valutazioni attuariali sono state condotte in un contesto di forte prudenza in merito ai rendimenti del patrimonio: in sostanza si è immaginato che il rendimento nominale (ovvero inflazione più rendimento reale) del patrimonio sia pari allo 0,4% nel 2016 e cresca linearmente fino all’1,88% al 2018 e rimanga costante fino al 2025, passando poi al 2,79% dal 2026 sino al 2030 e al 3% dal 2031 in poi. La prudenzialità dell’ipotesi tiene presente dell’idea di fondo contenuta nelle indicazioni Ministeriali, che è quella di fornire un cap al rendimento del patrimonio delle Casse pari all’inflazione aumentata del rendimento reale (complessivamente quindi, nel lungo periodo detto cap vale il 5%). In sostanza la Cassa nella previsione tecnico attuariale ha ritenuto ragionevole utilizzare i rendimenti reali in luogo di quelli nominali consentiti dal Ministero del Lavoro (rinunciando quindi al beneficio che avrebbe portato l’utilizzo dell’inflazione nelle simulazioni a scopo di vigilanza).
Il Bilancio tecnico attuariale proiettata un demografia in ingresso prudentemente costatante nella misura di 150 iscritti annuo per l’intero periodo cinquantennale. Grazie alla disposizione contenuta nella legge di stabilità la Cnpr ha recuperato sotto il profilo normativo il bacino demografico in ingresso che nel precedente bilancio tecnico non era stato possibile apprezzare.
Le risultanze del bilancio tecnico evidenziano un patrimonio alla fine del 2065 di 1.517 milioni di euro con indicatore del patrimonio di garanzia di 1,39. La verifica dell’indicatore di garanzia a 30 anni (nel 2045) è pari a 1,41 con un patrimonio all’anno 2045 di 4.272 milioni di euro ampiamente in linea con le previsioni normative richieste dalla legge n. 335/1995.

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