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TERRA DEI FUOCHI, MILLE INIZIATIVE PER RIPARTIRE

A cura di Roberto Esse

Da Brusciano la campagna per valorizzare e tutelare i prodotti locali Terra dei Fuochi. L’ora degli attacchi

Brusciano, Piazza XI Settembre

Non basta il martirio al quale camorra e conniventi hanno sottoposto il triangolo nel quale vivono (e, soprattutto, muoiono) centinaia di migliaia di cittadini, adesso i nuovi attacchi arrivano dalla pubblicità. Al tempo della crisi ognuno cerca di divorare finanche il suo simile in nome di una sopravvivenza che si perde nella notte dei tempi. Ed ecco perché al vero, reale, pericolo di mettere in tavola prodotti contaminati si aggiunge la beffa delle aziende del nord che cavalcano l’onda emotiva per piazzare quanto prodotto. E così dopo gli scarti industriali che hanno avvelenato la vita della generazione nostra e di quella dei nostri figli arriva anche il consiglio a comprare quanto prodotto al nord perché il nostro è avvelenato. Cavoli, verze, finocchi al cloroformio, oltre ai metalli pesanti, ai solventi e all’arsenico. Questa volta nella falda acquifera delle campagne di Caivano è stato trovato in alta concentrazione anche il tricloroetano (o cloroformio). Questo l’ultimo sequestro. Al grido d’allarme di don Maurizio Patriciello, all’impegno di Antonio Marfella che da sempre invoca il registro dei tumori, si sono aggiunti altri due nomi eccellenti. Quello del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e del sindaco di Napoli Luigi De Magistris che hanno ribadito il loro impegno. «Caro Luigi, quale azione state mettendo in atto tu e il presidente della Regione Caldoro sull’inquinamento dei suoli in Campania? Qui ci vuole una class action». Lo ha chiesto il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis parlando della Terra dei Fuochi ad un incontro organizzato dalla sigla sportiva Aics, dove, ha aggiunto, «i napoletani e i politici italiani permettevano che fossero sversate quantità incredibili di materiale cancerogeno». De Laurentiis, seduto accanto a Luigi De Magistris, ha detto che alla class action delle istituzioni: «Dovremmo partecipare anche noi cittadini». Il patron azzurro ha chiesto infine al sindaco: «Qual è l’azione che i politici stanno mettendo in campo sul tema? Caro sindaco, devi dichiararti insieme a Caldoro, altrimenti diventate conniventi a vostra volta». Insomma mentre i potenti della regione devono aprire gli occhi, i cittadini ripartono dalle piccole cose. Come un piccolo, grande passo può essere quello di creare una “filiera fatta in casa” farsi certificare terreni e prodotti per rispondere nel migliore dei modi alle accuse che arrivano da quegli stessi luoghi che ha fatto affari con la camorra inviando i veleni. Per questo nei prossimi giorni in collaborazione con aziende del bruscianese e note aziende di ristorazioni comincerà proprio un piccolo viaggio per tutelare terre e prodotti. La Terra dei Fuochi si può spegnere anche da qui.

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