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“Ad occhi chiusi” al Teatro TRAM – Intervista a Luca Pizzurro

“Ad occhi chiusi” al Teatro TRAM – Intervista a Luca Pizzurro

 

Dal 6 al 9 febbraio al Teatro TRAM Andrea Fiorillo sarà protagonista in “Ad occhi chiusi”, scritto e diretto da Luca Pizzurro. Un monologo denso di suspense che racconta una verità terribile ed affronta un tema sempre più attuale e scottante.

Luca Pizzurro, regista e autore romano, ha elaborato e messo in scena per la prima volta lo spettacolo dieci anni fa ma la tematica, che si scopre solo alla fine, è ancora una delle più discusse dall’opinione pubblica.

“AD OCCHI CHIUSI” è un testo in cui l’autore, immedesimandosi nella psiche di un “carnefice”, ne porta in scena pensieri, soliloqui, immaginazioni. Ci troviamo di fronte ad un punto di vista scomodo, insolito, destabilizzante: l’autore segue i pensieri di uno strano personaggio, che compie le sue “azioni” in nome dell’amore.

Sulla scena ritroviamo un uomo affascinante, che ci apre le porte della sua casa romana, regalandoci il piacere di sentire l’odore del caffè appena fatto, dell’ascolto di buona musica e del fascino di un libro di cui non sapremo mai il titolo.

Dietro questa rassicurante apparenza, però, si nasconde una verità terribile ed inaccettabile per la società: ma non per lui che, “ad occhi chiusi”, commette i suoi crimini dettati e reiterati da una coerente visione dell’amore.

È uno spettacolo che si snoda lentamente con molta suspense e molte aspettative e attese da parte dello spettatore per rivelare alla fine una verità indicibile.

 

Il Mezzogiorno ha intervistato l’autore e regista Luca Pizzurro.

 

Quando è nata l’idea di scrivere “Ad occhi chiusi” e perché? 

Ho avuto la fortuna di incontrare Michel Marc Bouchard, il più grande drammaturgo del Quebec, perché è stato proprio lui ad indicarmi la strada. In particolare un giorno camminando per le strade di Trastevere a Roma, parlando di drammaturgia, mi ha ricordato dell’importanza per un autore di entrare in contatto con i propri fantasmi, fu allora che sentii l’esigenza di raccontargli questa storia e fu così che inizio il lungo viaggio “Ad occhi chiusi”.

Credo fermamente che chi fa il mio mestiere abbai bisogno di poche cose ma fondamentali: Carta, penna e la memoria delle proprie cicatrici.

 

Tre aggettivi per descrivere lo spettacolo 

Affascinante, crudelmente poetico e spiazzante.

 

Che tipo di reazione ti aspetti dal pubblico napoletano? 

Sicuramente è uno spettacolo che non lascia indifferenti, non è uno spettacolo che ti consenta, uscito dal teatro, di pensare dove andare a cena.

Costringe ad una seria riflessione sulla società in cui viviamo, sull’animo umano e quindi su se stessi.

Non so onestamente cosa aspettarmi, so cosa mi piacerebbe che accadesse: Vorrei che il pubblico capisse che a volte non basta ascoltare una storia, a volte è necessario entrarci dentro anche a costo di sporcarsi. Come inevitabilmente accadrà a chi riuscirà a farsi trascinare nella psiche di chi commette un crimine. Perché la provocazione che lancio allo spettatore è proprio quella di raccontare la storia dal punto di vista del carnefice, provando a stare dalla sua parte, cercando di capire le sue motivazioni, che lo spingono al di qua del dicibile, oltre l’inaccettabile.

 

“Ad occhi chiusi” ha debuttato dieci anni fa. Quali furono le reazioni del pubblico?

Varie e molto diverse tra loro. Dipende molto dal modo di essere delle persone. C’è chi si chiude davanti all’orrore, chi ha invece la forza di entrarci dentro e capirlo, c’è chi è riuscito a leggere la sofferenza e il dramma che c’è in tutta l’opera, in tutti i personaggi di cui si parla. Le reazioni furono emotivamente molto forti in tutti, inevitabilmente. Qualche tempo fa parlando con la scrittrice Giuseppina Torregrossa, le ho raccontato della ripresa napoletana di “Ad Occhi chiusi”, e lei, che lo vide 10 anni fa sentiva ancora addosso il senso di ingiustizia e di sgomento, di una scena in particolare, che come in quasi tutto il testo, attraverso la poesia è riuscita a diventare indelebile sulla sua pelle.

 

Il titolo “Ad occhi chiusi” sembra far riferimento a qualcosa di scomodo, che si preferisce non far vedere.

È una storia scomoda e il titolo si riferisce a ciò che a volte si PREFERISCE NON VEDERE.

 

Progetti futuri? 

Debutterò a fine Febbraio presso il Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli con GIANNI RODARI, UN’INTUIZIONE FANTASTICA, spettacolo che mi vede autore e regista e questa volta l’interprete sarà Franco Oppini. Per l’estate sto lavorando ad un nuovo spettacolo musicale con Patrizia Pellegrino ma è ancora in fase di progettazione e non vorrei svelare troppo, sicuramente il prossimo anno saremo a Napoli.

 

Date e orari

da giovedì 6 a domenica 9 febbraio 20120

giovedì e venerdì: ore 21.00 – sabato: ore 19.00 – domenica: ore 18.00

 

Prezzi

intero: € 12,00 | under 26 e Web: € 10,00

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