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Brexit e il Quantitative Easing, il nuovo libro dell’economista Mattia Lettieri

Il docente della Unipegaso affronta temi di grande interesse in un contesto che vede crescere un sentimento diffuso di avversione all’Europa Unita.

“L’Evento Brexit e il Quantitative Easing”, questo il titolo dell’ultima fatica letteraria del professor Mattia Lettieri, docente di Economia politica all’Università Pegaso, già autore di numerosi testi sul ruolo delle banche nell’attuale contesto socio-economico. Temi di grande attualità come l’Euro, il ruolo degli stati e della Banca Centrale europea un anti europeismo crescente, e il Quantitative Easing, sono affrontati in maniera scorrevole, ma con quel rigore scientifico al quale ci ha abituati il professore universitario originario di Solofra.

“Il fenomeno dei tassi di interessi prossimi allo zero – spiega Lettieri – è sempre stato considerato un evento ‘innaturale’; oggi, invece, è diventato l’argomento principale nel dibattito tra economisti. È opportuno definire – e questo libro vuole essere uno spunto di riflessione – se ci troviamo in uno scenario in cui i Paesi membri sono indipendenti e sovrani, privati della sola autonomia monetaria, oppure, la Banca Centrale Europea, quale autorità monetaria, priva di una nazione unica, è gestita da un Governo comune. L’Unione Europea si presenta come insieme di Paesi che, lasciando la propria moneta, difesa e mantenuta per molti anni, hanno accettato, senza accordi politici, giuridici e sociali, la moneta unica; moneta spesso anche più forte rispetto alle capacità economica del Paese.”

“La funzione della Banca centrale – prosegue il Docente – può essere definita, a livello Europeo, ‘paragovernativa’, pertanto ha un ruolo non omogeneo rispetto alle altre Banche Centrali internazionali. Per la sua politica monetaria, la BCE si è sempre servita di pochi strumenti il cui impatto spesso era diretto ad una cerchia ristretta di eletti (si pensi alla riserva obbligatoria, allo sconto…), oggi invece si assiste sempre più frequentemente all’utilizzo di strumenti di politica monetaria non convenzionali, tra cui il Quantitative Easing. Si è deciso da una parte di voler lasciare i tassi pari ai livelli attuali o inferiori ad essi, per l’intero nuovo anno e dall’altro qualora si prospettassero ipotesi di peggioramento delle condizioni finanziarie (allontanamento dell’inflazione dal 2%) la BCE è pronta ad aumentare il programma QE.”

“Nonostante le diverse critiche tedesche al programma QE, la Banca Centrale Europea sottolinea che tale politica va a beneficio di tutti, anche dei cittadini tedeschi. Ma affinché tali benefici si registrino serve pazienza: il Quantitative easing ha dato importanti risultati contribuendo alla ripresa economica, al rilancio del credito e all’occupazione, anche in Italia. Per tale motivo, posto che l’inflazione dell’1.1% registrata a Dicembre sia strettamente connessa al rialzo dei prezzi dell’energia, il QE – chiude Lettieri – rimane lo strumento di politica monetaria che sarà usato, come da accordi, almeno fino alla fine del 2017.”

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