CASTELLO DI CARTA – Presentazione fiera del libro e dell’editoria Somma vesuviana 22 e 23 marzo

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Si è tenuta presso la sala meeting del BW Signature Collection Hotel Paradiso di Napoli la
conferenza stampa di presentazione della Fiera del Libro e dell’Editoria Castello di Carta, che si
svolgerà sabato 22 e domenica 23 marzo al Castello di Lucrezia d’Alagno di Somma
Vesuviana. ex Castello di Totò di Somma Vesuviana. Questo festival nasce nell’ambito della
rassegna “Una Somma di Libri”, ideata da Cartolibromania e Cultura a Colori, che ha già ricevuto
il patrocinio della Regione Campania e del Comune di Somma Vesuviana.
Il Festival, in particolare, organizzato da Cartolibromania, Cultura a colori, la libreria La Scala
dei Sogni di Pomigliano d’Arco, la giornalista Federica Flocco, il sostegno dell’Arci di Somma
Vesuviana, ha ottenuto anche gli auspici del Centro per il Libro e la Lettura, il patrocinio
dell’Associazione Campana Editori (ACE), il patrocinio di Rai Campania e l’autorizzazione
delle media partnership di Rai Radio Live Napoli e Rai Radio Kids.
Il Festival Castello di Carta nasce con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per gli
amanti della lettura, offrendo un’occasione di incontro e dialogo tra autori, editori e lettori di ogni
età. Il cuore pulsante della manifestazione sarà l’imponente Castello di Lucrezia d’Alagno, che per
due giorni si trasformerà in un vero e proprio tempio della cultura, ospitando case editrici, scrittori,
librai e associazioni culturali. Sarà un evento diffuso che occuperà l’intero castello, dal primo al
secondo piano, con sale dedicate alla presentazione di libri, alla poesia, al dibattito, ai laboratori e
alla letteratura per l’infanzia.
A sottolineare l’importanza del festival non solo in chiave culturale, ma anche come occasione di
valorizzazione del territorio, è stato il Sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno: “Il
Festival del Libro e dell’Editoria Castello di Carta non è solo un evento letterario, ma una grande
opportunità per il nostro territorio. Somma Vesuviana è una città dalla storia millenaria e vogliamo
che diventi sempre più un luogo di riferimento non solo per i cittadini, ma anche per chi viene da
fuori e vuole scoprire il nostro patrimonio culturale. Il Castello di Lucrezia d’Alagno, con la sua
storia e il suo fascino, è il luogo ideale per ospitare una manifestazione che unisce letteratura,
turismo e tradizione. Attraverso eventi come questo, rendiamo Somma Vesuviana una meta per chi
ama la cultura, offrendo esperienze che intrecciano passato e futuro.”
Presente alla conferenza stampa anche l’Assessore alla Cultura del Comune di Somma
Vesuviana, Rosalinda Perna, che ha sottolineato il valore dell’iniziativa: “Siamo lieti di sostenere
e patrocinare il Festival del Libro e dell’Editoria Castello di Carta, un evento che arricchisce ulteriormente la rassegna Una Somma di Libri e rappresenta un’importante occasione di crescita
culturale per la nostra comunità. Il libro è un ponte verso la conoscenza e il confronto, e vedere
Somma Vesuviana trasformarsi in un punto di riferimento per autori, editori e lettori di ogni età è
motivo di grande orgoglio. Inoltre, il festival si svolgerà in un luogo simbolico come il Castello di
Lucrezia d’Alagno, che farà da cornice a un ricco programma di appuntamenti dedicati sia agli
adulti che ai più piccoli, grazie all’area kids e alle numerose attività pensate per loro.”

Presente alla conferenza stampa anche il padrino della manifestazione Gianni Conte, voce storica
dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore (oggi N.O.I. Nuova Orchestra Italiana) che ha sposato il
progetto con entusiasmo.
Il programma del Festival Castello di Carta è pensato per offrire un’esperienza completa e
coinvolgente, con incontri con autori di spicco, presentazioni di libri, laboratori di scrittura e lettura,
firmacopie e momenti di approfondimento culturale. Grande attenzione sarà dedicata alla poesia,
con uno spazio speciale all’interno della Sala Alda Merini, intitolata alla celebre poetessa proprio
in occasione dell’anniversario della sua nascita. Tra gli appuntamenti previsti, un laboratorio di
poesia a cura de La Penna di Calliope, in programma domenica 23 marzo alle ore 18.
Le sale del Castello accoglieranno diverse tematiche, tra cui la Sala Lucrezia, dedicata alla figura
di Lucrezia d’Alagno, la Sala Belvedere, con una vista mozzafiato sul territorio vesuviano, e la
Sala Campana di Vetro, un omaggio a Sylvia Plath e alla scrittura femminile.
Un’altra area centrale della manifestazione sarà Missione Luna ed altre storie, interamente
dedicata ai più piccoli, con letture ad alta voce a cura della Cartolibromania e del progetto Nati per
Leggere, il teatro Kamishibai organizzato da La Scala dei Sogni, laboratori di scrittura per bambini
condotti da Viviana Hutter e presentazioni di libri per l’infanzia, come L’Isola che c’è di Filomena
Carrella e La leggenda di Sleepy Hollow di Washington Irving, con annesse illustrazione di Diana
D. Gallese, presente alla fiera con un evento a cura di Officina Milena, domenica 23 marzo alle ore
16.
Le sale del castello saranno animate da un fitto susseguirsi di incontri e dibattiti, con la
partecipazione di numerose realtà editoriali che daranno voce alla letteratura contemporanea. Case
editrici come Edizioni Joker, Infiniti Mondi, Guida editore, Martin Eden, Homo Scrivens, Polidoro,
Franco Di Mauro, La Valle del tempo, InKnot, Utopia, Lfa Puplisher, Marlin, Il Quaderno, Officina
Libri, Ad est dell’equatore, Mindnight, Il Papavero, Colonnese, Langella, Marotta & Cafiero,
Comicon, Tlon, Terre di Mezzo, Gatto Verde, Wudz, insieme a molte altre, porteranno le loro
pubblicazioni in esposizione, offrendo ai visitatori l’opportunità di scoprire titoli e autori di grande
interesse.Il festival ospiterà anche numerose associazioni e librerie indipendenti che operano sul
territorio, come Emergency, Associazione Endometriosi, La scala dei sogni, Cartolibromania,
Cultura a colori, radio Onda Music, Dolce Campagna, Kinesis Lab Athletics, A’ Sunagliera,
Arcanum, Libreria Milena, Casa Naima, Pacifico, Ottica In e Vesuvio Pride, tutte realtà impegnate
nella promozione culturale e sociale.
Non mancheranno appuntamenti con autori affermati, tra cui sabato 22 marzo Amedeo Colella alle
10, Antonella Ossorio, alle ore 11 presenterà “I bambini del maestrale” (Neri Pozza), alle 17
Raffaella R. Ferré con “Lo stronzo geniale. Guida semiseria a Nino Sarratore” (Colonnese) e
Maria Rosaria Selo alle ore 18 con “Pucundria” (Marotta & Cafiero); domenica 23 marzo Aldo
Simeone alle ore 12 presenterà “L’Isola dei Femminielli” (Fazi Editore), alle 16 un laboratorio di
scrittura a cura di Nando Vitali. Tra gli incontri più attesi, anche quello con Andrea Bellardinelli,
dal 2011 coordinatore di Emergency, che presenterà Geografia umanitaria di terra, di mare di pace. A chiudere il festival, domenica 23 marzo, si terrà una presentazione d’eccezione: quella del
volume Il Principe Poeta. Tutte le poesie e le liriche di Totò, edito da Colonnese Editore. Un
appuntamento dal forte valore simbolico, perché per lungo tempo il Castello di Lucrezia d’Alagno è
stato dedicato proprio a Totò, il principe della risata. A rendere omaggio al grande artista
napoletano, sarà presente Elena Anticoli De Curtis, nipote di Antonio De Curtis, che
accompagnerà il pubblico in un viaggio tra versi e parole del grande attore e poeta partenopeo.
Il Festival Castello di Carta si prepara dunque a essere un grande evento culturale, in grado di
attrarre visitatori e appassionati da tutta la regione, trasformando per due giorni il Castello di
Lucrezia d’Alagno in un vero e proprio cuore pulsante della cultura e della letteratura.
Perché “Castello di Carta”? Sin da bambini, il castello rappresenta uno dei simboli più potenti
dell’immaginazione e della narrazione. È lo scenario delle fiabe che ci hanno fatto sognare, un
luogo magico abitato da principi e principesse, re e regine, ma anche un luogo dove talvolta i nostri
desideri vengono imprigionati, sorvegliati da draghi o incantesimi da spezzare. Il castello è sia
rifugio che sfida, simbolo di speranza e di ostacoli da superare. Con il festival “Castello di Carta”,
vogliamo celebrare questo simbolo magico, che incarna perfettamente il viaggio della letteratura. I
libri, come un castello, ci offrono rifugio e avventura, trasportandoci in mondi lontani e
permettendoci di affrontare sfide interiori e collettive. In questo percorso, il “Castello di Carta”
diventa un ponte tra passato e presente: ci riporta alle fiabe della nostra infanzia, ma ci proietta
nell’età moderna, ricordandoci quanto sia vivo e attuale il potere delle storie. Il festival esplorerà
ogni angolo di questa meraviglia narrativa, dai libri per bambini che ci hanno insegnato a sognare,
fino ai romanzi, saggi e opere per adulti che continuano a plasmare le nostre vite.
IL TEMA scelto per questa prima edizione, “Le pagine della nostra vita”, vuole rappresentare un
viaggio intimo e collettivo attraverso le storie che hanno formato la nostra esistenza. Dai racconti che
risvegliano la nostra memoria storica, alle tradizioni che ci legano al nostro passato, fino alle
innovazioni che ci guidano verso il futuro, il “Castello di Carta” è un luogo dove ogni pagina racconta
un frammento del nostro essere.

APPROFONDIMENTI SU CASTELLO D’ALAGNO/DE CURTIS
Vicende storiche e curiosità a cura di Alessandro Masulli

1456, re Alfonso d’Aragona concesse l’assenso a Lucrezia d’Alagno, sua presunta amante, super
empione terrae Summae et casalium, come ci viene attestato dallo storico Alberto Angrisani,
riprendendo la notizia a pagina 175 dei Quinter-nioni di Terra di Lavoro, repertorio I.
Due anni dopo, nel 1458, subito dopo la morte del re, Lucrezia venne a risiedere a Somma e fece
costruire un castello in prossimità delle mura, e propriamente vicino alla porta della montagna,
poiché quello sito in alto sovra una balza della montagna era di disagevole accesso, come riferisce
l’ambasciatore milanese Messer Antonio da Trezzo (Trezzo, ca. 1420 – 1478 ca., Napoli) nelle sue
Lettere al Duca di Milano, conservate presso l’Archivio storico della Provincia napoletana. Il nuovo
castello – spiega l’architetto Salvatore Solaro – sorse con quattro torri rotonde e merlate, di cui due
stringevano nel mezzo una larga facciata in cui si apriva a piano terreno il largo fornice del portone
d’ingresso e, al piano nobile, tre alte finestre illuminavano gli ambienti di rappresentanza, mentre
dal terrazzi delle torri si ammiravano, con ampia visuale, a sud il verdeggiante monte e a nord la
pianura campana da Nola a Napoli. Delle quattro torri angolari, originariamente allo stesso livello,
oggi due restano ad un livello più basso e due, maggiorate di un piano, ad un livello più alto. Il 14
ottobre 1460, re Ferrante giunse a Somma per visitare e confortare Madonna Lucrezia e, soprattutto,
per convincerla a seguirlo a Napoli (Lettere di Messer Antonio da Trezzo).
Il re, purtroppo, non riuscì a convincerla e, 18 gennaio del 1461, occupò Somma per costringerla a
seguirlo. Il 3 febbraio del 1461, Ferrante strinse, addirittura, d’assedio il castello montano, dove la
bella castellana si era rifugiata con i suoi tesori. Donna Lucrezia seppe da più parti che il Re veniva
a toglierla ogni cosa e, spaventata, fini col non fidarsi più neppure delle mura del suo castello. Per
ben venticinque giorni, lasciando un presidio di fanti nella città murata: se ne parte (Ferrante) a la
fine ve-giendomi posser – neppure per forza – avermi in potere, mise a sacco il castello della terra e
se ne andò (Lettera di Lucrezia d’Alagno al Duca di Milano, ex castro nostro Summae – die XX
Mensii MartiJ – in Napoli Nobilissima, Anno V, pag. 118, cit. A. Angrisani). II 3 aprile del 1461,
Lucrezia, stanca ormai degli attacchi, lasciò Somma e si rifugiò a Nola, cogliendo l’occasione che il
condottiero e capitano di ventura Giacomo Piccinino, chiamato dall’Abruzzo o dagli Angioini, era
giunto a Somma diretto a Nola (Lettera di Messer Antonio da Trezzo, cit. A. Angrisani, 1928).

Il compianto prof. Raffaele D’Avino (1939 – 2007) afferma che re Ferrante riconosciuta la validità
difensiva e la posizione strategica della Terra di Somma, si preoccupò di aumentare la sua
imprendibilità, svolgendovi urgenti lavori di ristrutturazione alle sue fortificazioni, tra cui le mura
che contornavano il quartiere Casamale.
Comunque, Sua Maestà, ebbe la precauzione di non concedere più la suddetta terra in feudo, né di
alienarla ad altri. Così fu quando nacque il figlio Giovanni d’Aragona, cardinale, e lo stesso avvenne
alla sua morte, quando Somma, ed ovviamente il suo castello, passò dapprima sotto la reggenza di
Giovanna III d’Aragona e, successiva-mente, seppur per brevissimo tempo alla figlia Giovanna IV.
La terra ed il castello passarono, poi, al re di Spagna Carlo, duca di Borgogna, e al suo funzionario
marchese Guglielmo de Croy (1458 – 1521).
Nel 1521, dopo la morte del marchese, Somma, con le sue pertinenze, fu acquistata dal conte
Alfonso da San Severino di Bisignano (+1539 ca.) e consegnata al condottiero francese Odet de
Foix (1485 – 1528), maresciallo di Francesco 1 di Francia e visconte di Lautrec. Passò, poi, nelle
mani della moglie di Giacomo San-severino (+ avvelenato col vino il 5 novembre 1516), Maria
Aldonza Beltrano figlia di Alfonso Conte di Mesagne, che fu investita di regia governatrice di
Somma fino al 1531, allorquando la terra fu venduta a Don Fernando Folch de Cardona (1522 –
1571), che sposò Beatriz Fernandez de Cordoba, Duchessa di Sessa. In un documento del 1545 e
precisamente nelle concessioni che il citato D. Fernando Folch de Cardona aveva concesso al
cittadini di Somma, il castello appare in pessime condizioni. Da Don Fernando la terra passò al figli
per poi essere ceduta a Gio: Geronimo d’Afflitto (+1591), conte di Trivento. In quest’epoca,
propriamente nel 1586, vi fu il riscatto della feudalità, grazie alla somma di 12.000 (alcune fonti
parlano di 7.500) ducati raccolta dagli abitanti del luogo.
Il castello, comunque, si trovava in cattive condizioni strutturali, quando nel 1691 il procuratore
fiscale barone Lucas Antonius de Curtis (1627 – 1706) lo acquistò, sebbene in enfiteusi, per la
modica somma di 25 ducati l’anno, stavolta, da Don Felice Fernandez di Cordova e Cardona Folch
de Aragona, duca di Sessa e Somma.
Si trattava di Felice I Cardona del ramo di Atessa In Abruzzo. La famiglia dei nobili
Cardona fu ascritta alla nobiltà dei sedili di Porto e di Nilo nel 1548. La famiglia de Curtis di
Somma, invece, era originaria della città di Cava de Tirreni. La concessione in enfiteusi prevedeva
le condizioni di miglioramento del fondo censito, pena la risoluzione dell’atto notarile.
L’atto del 23 ottobre del 1691 per notar Francesco Aniello Joannoccaro di Napoli tra Don Felice I
Cardona, duca di Sessa e Somma, e Luca Antonio de Curtis fu confermato da un regio assenso del
17 marzo 1699 del viceré spagnolo Don Ludovico de la Zerda. Nel preambolo – afferma Camillo de
Curtis – il castello veniva definito domum dirutam, consistente in una sola sala con altre stanze e 4
torrincelli attorno e con un territorio intorno di tre moggia. L’intero giardino era costituito a 3 piante
di olive, 1 di pero, 1 di fichi e tre di uva. Addirittura la casa era adoperata per ricovero di capre ed
altri animali.
Nel catasto onciario della Terra di Somma a pag. 982r si legge: IlI. Marchese De Curtis di Napoli.
Possiede una casa pretesa feudale palaziata consistente in più e diversi membri inferiori e superiori,
con sue comodità con un poco di territorio attorno, sul giardino nel luogo detto il Castello giusta li
beni di …p(er) proprio uso. Non è presente la valutazione in once in quanto non ancora riscattato.
Nel 1800, Il castello fu totalmente rifatto, ma ne conservò la parte dell’ antica struttura muraria. Il
castello – continua l’architetto Salvatore Solaro – subisce, ad opera del marchesi De Curtis, un
radicale restauro con notevoli modifiche sia planimetriche sía estetiche, che trasformano il rude
stabile cinquecentesco in una villa settecentesca con caratteri neoclassici e aggiungono il piano
sottotetto con copertura a cop-pi, sorretta da capriate in legno. Le sale superiori vengono distribuite
diversamente dell’impianto originale e arricchite di stucchi con il rifacimento di porte ed infissi.
Il censo fu riscattato nel 1859 dal marchese Pasquale de Curtis (1787 – 1870), liquidando una non
altrimenti specificata baronessa d’Ambrosio, quasi sicuramente la moglie di Don Paolo D’Ambrosio,
fratello del Generale Angelo (1774 – 1822). II castello, infatti, prima della vendita a Luca Antonio

De Curtis, come abbiamo affermato precedentemente, era una appendice del patrimonio feudale
della citta; in altre parole – spiega lo storico locale Dott. Domenico Russo – tutto era legato alle
antiche proprietà di Somma dei Cardona duca di Sessa. Il Generale Angelo D’Ambrosio, avendo
acquistato la Starza della Regina, antica proprieta feudale dei Cardona, aveva titolarità dei censi
gravanti su case, palazzi, terre e selve già feudali. A ríguardo, anche il censo annuo di 25 ducati del
castello aveva seguito le sorti degli altri. Altri documenti del 1830 attestano, poi, il passaggio a Don
Paolo D’Ambrosio, fratello del generale, come riferisce il marchese Camillo De Curtis (1922 –
2007).
Era il 1936, infatti, quando Antonio De Curtis in arte Totò, si presentò a Somma Vesuviana per la
prima volta nel maniero. Fu il marchese Francesco Maria Gagliardi a condurlo al cospetto dei nobili
De Curtis con lo scopo di trovare una colleganza parentale tra l’attore e la blasonata famiglia.
All’epoca la mania di Totò per la nobiltà era divenuta parte determinante della sua vita; tanto ché,
già nel 1933, si era fatto adottare proprio dal Gagliardi per poter ereditare il lunghissimo elenco di
titoli nobiliari. L’anno seguente il marchese Gaspare De Curtis (1887 – 1938), rappresentante della
famiglia, ospitò in quel castello di Somma, oltre a Totò, anche la moglie Diana Rogliani, e la
piccola figlia Liliana. La famiglia alloggio per una settimana in un’ala del castello, che era all’epoca
privo di elettricità e riscaldamenti. Il grande attore – come riferisce il prof. Ciro Raia – si era sempre
detto certo di vantare rami di parentela con gli eredi dei De Curtis di Somma Vesuviana e a
convincerlo, maggiormente, era stata anche la presenza nel castello di una settecentesca tela
raffigurante un nobile De Curtis in divisa e con tricorno. Totò comprò allora quell’opera per
l’iperbolica somma di lire duemila e iniziò a vedere finalmente in quel dipinto una certa
rassomiglianza con se stesso.
Inoltre il marchese Gaspare De Curtis, gravato di debiti per il suo vizio del gioco, accettò addirittura
l’ingente somma mensile di tremila lire come amministratore della compagnia teatrale dell’attore.
Una somma di denaro quasi dieci volte il salario di un dipendente del tempo del Banco di Napoli.
Gaspare, assecondata la mania parentale dell’attore, e convinto che mai più si sarebbe avuta una tale
occasione di lavoro, si trasferì a Roma. La vita nella capitale italiana era diventata agiata e
splendida: il marchese Gaspare si era insediato in un appartamento di via Clisio con la sua amante,
mentre Totò abitava a via Tibullo. Ma ogni cosa, come ben sappiamo, ha un suo inizio e una sua
fine: Gaspare abbandonò definitivamente la compagnia ed il suo lavoro dopo forti diverbi con Totò.
Pochi mesi dopo, il 22 settembre 1938, il marchese, mori. Gli incontri della nobile famiglia De
Curtis con Toto si dissolsero nel tempo – continua il prof. Raia. L’ultimo incontro avvenne nel 1944
con il marchese Camillo De Curtis prima della sua partenza per il Venezuela. Totò, ormai
riconosciuto grande attore, solo sporadicamente fece ritorno a Somma Vesuviana. Nel 1952 l’at-tore,
con una fiammante auto decappottabile e con tanto di autista in livrea e stivali lucidi, ebbe ancora
modo di venire a Somma. Si trattava di acquistare definitivamente il castello che più volte aveva
tentato di comprare e che poteva essere il completamento del suo sogno di nobiltà. Totò conosceva
in città il poeta Gino Auriemma (1900- 1960). Nella sua visita al castello l’attore era seguito dalla
nuova compagna Franca Faldini. Il colono Vincenzo Aliperta alias caparossa offrì alla dolce signora
un fascio di fiori di pesco. Giunti sulla torre nord-ovest, la coppia poté ammirare lo splendido
panorama circostante. Lasciando il castello ebbe il tempo di lasciare una sua foto con dedica al
figlio del poeta Gino e al colono Vincenzo ‘e caparossa. Comunque l’attore per l’acquisto del
castello fece solo chiacchiere perché non aveva soldi per pagare in contanti e non se ne fece niente.
I De Curtis, comunque, tennero il maniero fino al 1946, quando il marchese
Camillo lo vendette al medico Nicola Virnicchi (1878 – 1953) di Montella con atto n°733 dell’8
maggio 1951. Il dottor Nicola Pietro Maria Virnicchi, vedovo, sposò nel 1943, in seconde nozze, la
sommese Rosa Improta, da cui nacquero ben cinque fi-gli. Figlio del medico Luigi e di Donna
Errichetta Di Stefano, conobbe Rosa Improta nell’Istituto Cianciulli, presso il convento del Carmine
di Somma, nell’ antica scuola di ricamo. Il maniero, dopo la morte del dottore Nicola, avvenuta nel

1953, passò al figli. Il definitivo passaggio del castello, infine, dai fratelli Virnicchi alla Casa
Municipale avvenne nel 1998.

 

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