Giovedì 18 luglio, ore 10.30, nella sala G. Siani del Consiglio Regionale Campania, avrà luogo il convegno “Il valore del lavoro di cura non retribuito”. Sarà un incontro importante, dedicato a un progetto politico culturalmente rivoluzionario, atteso da milioni di donne, ma tradito dalla politica italiana. Il punto 5.4 della risoluzione ONU Agenda 2030, approvata nel 2015 dell’Assemblea Generale e dedicato allo sviluppo sostenibile, lancia una sfida raccolta dalla presidente di Ferdecasalinghe/Obiettivo Famiglia, On. Federica Rossi Gasparrini: «riconoscere e valorizzare il lavoro domestico e di cura non retribuito, una priorità assoluta per milioni di donne».
Interverranno al convegno: Oliviero Gennaro (presidente Consiglio Regionale Campania) Valeria Ciarambino (vicepresidente Consiglio Regionale Campania) Federica Rossi Gasparrini (presidente Obiettivo Famiglia/Federcasalinghe) Gianni Rosas (direttore dell’Ufficio per l’Italia Organizzazione Internazionale del Lavoro – ILO) Chiara Tenerini (Commissione Lavoro Camera dei Deputati) Roberto Bafundi (direttore Coordinamento Metropolitano – INPS Napoli); Dominique Testa (presidente regionale Campania Obiettivo Famiglia/Federcasalinghe). Conclude Vincenzo De Luca (presidente Regione Campania).
Il dibattito sull’importanza del lavoro di cura per lo sviluppo delle economie e della società si è intensificato negli ultimi anni, anche alla luce delle tendenze demografiche e dell’esigenza di garantire la libertà delle persone di scegliere il loro percorso lavorativo. Nonostante sia alla base delle economie di tutti i Paesi del mondo, spesso il lavoro di cura non viene adeguatamente riconosciuto per il suo valore economico e sociale, anzi questo lavoro è ancora più invisibile quando erogato in maniera non retribuita, dalle donne che continuano ad avere una responsabilità sproporzionata e un impegno del tempo quasi triplo rispetto a quello degli uomini (in Italia, il 75% del lavoro di cura non retribuito è svolto dalle donne). L’assenza di un corrispettivo monetario e l’idea che si tratti di mansioni che non richiedono particolari competenze sono all’origine della scarsa valorizzazione dei compiti di cura domestici e della frustrazione di milioni di persone. In questo contesto si inserisce il programma dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) di revisione delle statistiche del lavoro al fine di catturare informazioni sulle occupazioni retribuite ma anche sul lavoro non retribuito, includendovi il lavoro di cura. Con l’adesione all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, i rappresentanti dei Paesi di tutto il mondo si sono impegnati a riconoscere e valorizzare la cura e il lavoro domestico non retribuito, fornendo servizi pubblici, infrastrutture e politiche di protezione sociale e promuovendo la condivisione di responsabilità all’interno del nucleo familiare. Per raggiungere questo obiettivo entro il 2030, è necessario rilanciare il settore della cura attraverso politiche e iniziative di valorizzazione del lavoro e di riconoscimento.
«Lo slogan creato da ILO sul lavoro di cura è composto da cinque R: Riconoscere, Ridurre Ridistribuire, Ricompensare, Rappresentare – spiega Federica Rossi Gasparrini. Parto con l’associazione Federcasalinghe, insieme con le Nazioni Unite e la Commissione Europea per aprire una battaglia dura, affinché il lavoro di milioni di donne sia riconosciuto e retribuito».