E’ un gesto forte quello che viene dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Salerno professore  Silverio Sica. Con una lettera aperta, che è anche un atto di accusa per ciò che sta accadendo, il professore si mette a disposizione pro bono (ovvero offrendo gratuitamente la sua consulenza legale)  di tutte le famiglie che vogliano tutelare legalmente il diritto alle terapie negate ai loro familiari. “I disabili – scrive il professore –  ancor più se bambini e anziani sono la parte della società più fragile e  bisognosa di solidarietà. Il dovere che sento è quello di essere dalla loro parte”.  Vale la pena leggerla integralmente la lettera perché è anche un esempio toccante di umanità e solidarietà. Questo il testo. 

“Leggo ogni giorno di disabili gravi e gravissimi che non possono iniziare le terapie o devono interromperle perché il Distretto di Nocera non concede le autorizzazioni. Leggo che le ragioni sarebbero di budget, anche se i numeri sembrerebbero smentirlo e anche se, budget o no, queste persone devono essere curate. Leggo addirittura di disabili curati in strutture specializzate, perché ne hanno assoluto bisogno, che verrebbero spostati in strutture che non li possono curare, come le RSA. Tutto questo, come persona e come avvocato, lo ritengo inaccettabile. I disabili, ancor più se bambini e anziani, sono la parte della società più fragile e bisognosa di solidarietà. Il loro diritto alla cura non può e non deve essere messo in discussione, per questo ho deciso di sostenere la legge di iniziativa popolare per persone con gravi  patologie disabilitanti. Ho deciso anche, di  fronte a questa situazione drammatica, di mettermi a disposizione delle famiglie di tutti i disabili ai quali  vengano negate le autorizzazioni alle terapie o la possibilità di essere curati in strutture idonee a farlo. Mi metto a loro disposizione come avvocato pro bono,  perché credo profondamente  nelle loro ragioni e nei  loro diritti. So bene che è mortificante dover ricorrere ad un avvocato per far curare un proprio familiare con disabilità gravi o gravissime, ma questa oggi è la situazione in cui si trovano tante, troppe famiglie. Il dovere che sento, umano e professionale, è quello di essere dalla loro parte”.  

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