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Donne vittime violenza: commedia per la nascita casa accoglienza

Contribuire a realizzare una Casa di accoglienza per le donne vittime di violenza. É con questo

scopo che si terrà lunedì prossimo, 23 novembre, a Sorrento (Napoli), nel Teatro Tasso, la rappresentazione “Il Congresso degli Arguti.. ovvero sei sommi protagonisti nell’arte dei libelli”, commedia musicale ideata, scritta, diretta da Anna Rita Cammerata e prodotta da Giuseppe Milazzo Andreani e dalla Fondazione Italia Sostenibile.    Lo spettacolo – che si tiene alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – è una denuncia dei soprusi e delle angherie e rappresenta, si sottolinea, quanto di meglio per diffondere la cultura del rispetto e della non violenza”. Per questa ragione la cooperativa sociale “Il Delfino”, con il patrocino del Comune di Vico Equense-Assessorato alle Politiche sociali guidato da Marinella Cioffi, e con il sostegno di “Accademia delle Idee Campania Sostenibile”, presieduta da Mena Caccioppoli, e “Hosmotic Italian Science”, ha voluto supportare la presentazione in nazionale al Teatro Tasso (ore 20.30) della commedia il cui ricavato sarà interamente devoluto per realizzare una Casa di accoglienza per le donne vittime di violenza.

   “Il Congresso degli Arguti…ovvero sei sommi protagonisti nell’arte dei libelli”, che vede la partecipazione in voce di Elio Pandolfi, nelle vesti di Romolo, il ‘papà’ di Roma, ”segna un ritorno in pompa magna ad uno stile inimitabile che ha segnato la storia teatrale del nostro Paese”
rilevano i promotori dell’evento.

La storia si basa sulla parentesi storica dell’epoca papalina. Due secoli di epoca oscura, si evidenzia, ”in cui il popolo soggiogato, riusciva a parlare e far sentire la propria voce attraverso le cosiddette: “statue parlanti”‘. Pasquino (Pier Maria Cecchini), la più conosciuta, ha in realtà cinque amici: Madama Lucrezia (Giorgia Trasselli), Marforio (Massimiliano Buzzanca), l’Abate Luigi (Maurizio Matteo Merli), il Babbuino (Roberto Bagagli) e il Facchino (Simone Sabani).

Queste statue hanno rappresentato per il popolo di Roma l’unica possibilità di far sentire il proprio disaccordo contro il potere della chiesa di allora. Di notte, con la complicità del buio, c’era chi metteva i cosiddetti “libelli”, pezzi di carta scritti spesso in latino, su una di queste statue; l’indomani la scoperta della missiva anonima scritta in sonetti riusciva, talvolta, a far scoppiare addirittura la rivolta. Per avere un’idea del peso del loro impiego, basti pensare che le ‘pasquinate’ divennero così insolenti da rendere necessario un intervento del papato, il quale decise di comminare pene severe a chi avesse contribuito ad appendere al collo della statua qualsiasi scritto di natura satirica e offensiva.

Ma si ottenne un risultato opposto e gli autori dei versi si moltiplicarono a dismisura. Le sei statue, situate non distanti l’una dall’altra, nel centro storico di Roma, “crearono” il cosiddetto: Congresso degli Arguti, nome che dà il titolo alla commedia con il sottotitolo di: … ovvero  sei sommi poeti nell’arte dei libelli. Al gruppo non potevano mancare alcuni personaggi moderni, Paco, un senzatetto straniero (Daniele Antonini) fermatosi a Roma perché innamorato di questa città, che si rivelerà l’unico a poter parlare con le statue, Giulia (Giulia Montanarini) che di loro si occupa in quanto manutentrice dei beni culturali e che si innamorerà del senzatetto e la figura del vento Tramontana (Marina Ripa di Meana) che sarà un alleato fondamentale per la risoluzione di tutti i problemi. A dare ulteriore consistenza alle musiche (orchestrazione del maestro Riccardo Gnerucci) e alle canzoni ci sarà un corpo di ballo (coreografie di Stefano Sellati) che arricchirà l’opera di ritmo e colore (i costumi sono di Iuri Lieggi).

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