Gaia De Laurentiis:”I direttori di rete scelgono i conduttori al supermercato. I personaggi tv e i calciatori? Se muoviamo soldi, ci spetta una fetta di torta.”

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 Il sistema dei compensi tv è marcio e immorale alla base. Se un programma guadagna, una parte consistente spetta anche a chi ha permesso gli ascolti. Vi racconto quando il produttore di Target entrò in camerino per svegliarmi…

E una volta per tutte: non sono parente di Aurelio De Laurentiis anche se mia madre è una brunona napoletana”. Così  Gaia De Laurentiis ai microfoni de “I Radioattivi” (con Ettore Petraroli e Rosario Verde) su Radio Club 91. L’attrice, diplomata nel ’90 al  Teatro studi di Milano diretto da  Strehler puntualizza “sono romana e ci tengo”.

Racconta della sua esperienza a Target, “bei tempi quelli, soprattutto perché lavoravo due ore a settimana e basta. Guadagnavo solo 500 mila lire a puntata e una volta il produttore mi raggiunse in camerino mi disse che, anche se andava contro i suoi interessi, dovevo svegliarmi, perché guadagnavo troppo poco  e dovevo adeguarmi agli ascolti pazzeschi. Sui compensi dei personaggi televisivi c’è un grandissimo equivoco come anche sui calciatori: non si tratta di pagare quello che fai, perché altrimenti il compenso è sproporzionato, assurdo e immorale. Il punto, piuttosto, è che intorno ad un personaggio televisivo, come ad un calciatore si muovono talmente tanti soldi, che semplicemente quella fetta di torta va distribuita.

Perché gli altri si devono arricchire e chi è il protagonista della cosa no?”

Sottolinea come sia ingiusto che qualcuno guadagni su un personaggio, senza ricompensarlo adeguatamente

“C’è da dire anche però – precisa – che questa non è una giustificazione. Il sistema è marcio alla base, dovrebbe cambiare perché anch’io lo trovo estremamente immorale”

Si lancia anche in una difesa dei conduttori: “noi attori protestiamo perché ci riteniamo una categoria trattata male ma i conduttori sono trattati peggio, è un signor mestiere, difficilissimo che non so fare e anzi mi fa stare male. E non c’è cura, si butta a farlo chiunque  e spesso i direttori di rete si comportano come al supermercato: non c’è cura nella ricerca dei talenti destinati alla conduzione né si fanno crescere. portandoli dalla mattina alla prima serata”.

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