Spesa storica, sviluppo, Recovery Fund: i numeri sono importanti. La candidata sindaco per il Movimento Equità territoriale di Pino Aprile punta a risolvere le questioni economiche partendo dalle cause, l’alternativa è l’ennesimo fantaprogramma
«Giusto per essere chiari: ad oggi abbiamo un giardiniere per tutti i parchi e le aree verdi del centro, lo spazzamento delle strade una volta ogni 30 giorni; appena 70 mila euro per rifare le strade del salotto buono». Così esordisce Rossella Solombrino, candidata sindaco di Napoli per il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale di Pino Aprile.
«Nell’ottica della trasparenza con i cittadini, un candidato sindaco credibile deve porre al centro temi fondamentali se veramente vuole risolvere la situazione di Napoli: l’alternativa è l’ennesimo fantaprogramma con una faccia pulita per prendere in giro i cittadini» aggiunge.
«Analizzando 10 anni di rendiconti, il costo annuo dell’intera macchina comunale è di 1,1 miliardo di euro. Se guardiamo alle entrate: i cittadini, attraverso imposte e tasse locali, contribuiscono per il 61%, lo Stato contribuisce per il 29%, mentre la Regione per il 7% -spiega la candidata per l’Equità Territoriale di Pino Aprile.
In 10 anni lo Stato è passato a contribuire dal 56% al 29%, cioè, passando da 629 milioni di euro a 321. Se a questo aggiungiamo le regole contabili che impongono il blocco della spesa del Comune, a fronte dei patti “stabilità” che sarebbe più consono definire “patti di suicidio per Napoli”, il Comune di Napoli si ritrova :
-Ad accendere sempre nuovi prestiti con la CDP a tassi fuori dal mercato, inasprendo inefficienze e costi.
-A causa dei pensionamenti è passato da 11.500 dipendenti a 4.500 (quasi la metà) senza la possibilità di reintegro, quindi meno servizi ai cittadini» prosegue.
«A questo aggiungiamoci pure 255 milioni da rimborsare dal 2021 al 2035 a causa di amministrazioni precedenti (Pd -Iervolino ) che si sono divertite a giocare ai “Gordon Gekko di noialtri ” sulle spalle dei cittadini» ricorda Solombrino.
«Questo per dire che, lasciando perdere le promesse inutili, a prescindere dalla capacità di amministrare, dalla risoluzione del debito pregresso (che a queste condizione si riformerebbe), e della capacità di escussione, se si vuole essere onesti con i napoletani e puntare a un reale sviluppo, bisogna mettere al centro le seguenti questioni:
-Il concetto di spesa storica e mancata applicazione dei livelli essenziali delle prestazioni a Napoli ( e al Sud ) si traduce in: “non ti do asili perché non ne hai mai avuti, non ti do autobus perché l’autobus non ti serve, non ti do l’assistenza ai disabili perché non te l’ho mai data”. Caro Manfredi, se si fa paladino dei più deboli nel suo programma, forse questo concetto dovrebbe farlo presente, altrimenti sono chiacchiere.
-Le reali possibilità di crescita del reddito pro-capite dei cittadini (ad oggi estremamente basse) sono legate soprattutto agli investimenti in infrastrutture che attraggono imprese e capacità economica, da questo dipende quel 61% delle entrate del Comune e la sua capacità di escussione. Questo è correlato a quante risorse per le infrastrutture arrivano alla città. Siccome, dai dati Svimez, è accertato che da Roma le risorse straordinarie (fondi europei) con il gioco delle tre carte vengono date al Sud in misura inferiore e al posto dell’ordinario, tale capacità è ridotta. Qui mi rivolgo a Maresca, paladino dell’imprenditorialità: come le vogliamo sviluppare queste imprese? Con gli spiccioli? In alternativa è necessario che un candidato sindaco sia cosciente e vigile su questo aspetto.
-Opportunità del Recovery Fund: secondo i parametri stabiliti dall’Europa viene concesso all’Italia l’importo dei 209 miliardi proprio per il tasso di disoccupazione altissimo del Sud, il PIL pro-capite basso del Sud richiede investimenti per ridurre il divario nella misura del 70%. Il 40% non basta e soprattutto dall’ultimo documento per il Sud sono previsti solo 22 miliardi: qui mi rivolgo a Bassolino e chi crede di poter amministrare la città come Paperon de’ Paperoni: i numeri sono importanti, l’alternativa è la promessa elettorale senza sostanza» sottolinea Rossella Solombrino.
«Siamo l’unica alternativa trasparente, che con dialogo e conoscenza dei fatti, punta realmente a risolvere le questioni economiche così come vanno risolte: partendo dalle cause- conclude. Il Movimento Equità Territoriale di Pino Aprile si mostra da sempre attento e vigile a questi temi, oltre che libero nel metterli al centro, non essendo appoggiato da chi ne è causa.
In un’ottica così pesante, un candidato sindaco onesto con i cittadini che deve rappresentare, ha il dovere di esporsi su tematiche fondamentali che rappresentano l’unica possibilità per Napoli, insieme a progetti coerenti e capacità amministrativa».