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Intervista Salvatore Zanni di “Parthenopei”

 

Salvatore Zanni, scrittore e attore, nonché autore del programma “Parthenopei” in onda il giovedì alle 19:20 su Campania Felix ha risposto ad alcune domande sul suo progetto legato alla lingua partenopea e alla storia di Napoli, in vista dell’ultima puntata del 22 aprile in replica il 29 dello stesso mese.

1) L’espressione napoletana che più ti ha colpito e che ti ha portato a voler realizzare il programma “Parthenopei”.

“‘A Maronn t’accumpagna” è sicuramente tra le espressioni più usate ancora oggi e che ogni madre augura ad un figlio che esce di casa. 

Scoprire che tutto nasce grazie ad un’esigenza di Ferdinando di Borbone per illuminare le strade allo scopo di combattere la microcriminalità, mi rende orgoglio di essere napoletano.

 

2) Perché hai scelto di spiegare nel programma anche espressioni straniere.

Perché la lingua napoletana è una lingua nata grazie alla perenne accoglienza di popoli stranieri sul nostro territorio, si è napoletani non per nascita ma per volontà, quindi, anche le altre lingue sono un elemento di arricchimento culturale per tutti. Ognuno di noi è un napoletano cosmopolita.

3) Quanto è importante, secondo te, insegnare nelle scuole la lingua napoletana.

È fondamentale. La lingua napoletana potrebbe essere un ottimo raccordo interdisciplinare.

Ho avuto la possibilità di insegnare Italiano-Napoletano-Storia e Teatro all’ I.C. “San Gaetano” a Piscinola ed i ragazzi facevano “a botte” per seguire le lezioni”.

4) C’è un artista partenopeo a cui ti ispiri e perché.

Ovviamente sì, è Luciano De Crescenzo. Per lui ho sempre nutrito stima, ammirazione e affetto. L’ ho sempre ritenuto uno di famiglia. Napoli e il Mondo intero ha bisogno di persone come De Crescenzo.

5) Ci dici un fatto storico legato ad un piatto della tradizione napoletana che ti ha particolarmente colpito e perché.

Ce ne sono tanti, ma ricordo con tenerezza l’ espressione “‘A nave cammina e a fava se coce”.

Le fave, in quanto non costose, venivano cucinate durante i viaggi degli emigranti in partenza da Santa Lucia. Per cucinarle, erano necessari fuoco e tempo e per questo, i cuochi delle navi pensarono di utilizzare il fuoco che alimentava i motori delle imbarcazioni. Se la nave camminava, la fava riusciva a cucinarsi, per questo motivo, questo proverbio viene utilizzato per dire che tutto va per il meglio.

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