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L’amore oltre il tempo – Intervista

L'amore oltre il tempo - Intervista

 

“L’amore oltre il tempo” diretto da Emanuele Pellecchia e prodotto dalla Phoenix Film Production, è un cortometraggio, muto e in bianco e nero, dalla durata di 14 minuti circa. E rappresenta un omaggio al cinema del primo Novecento, quello di Charlie Chaplin, Buster Keaton e Georges Méliès.

Nel corto, un uomo e una donna provenienti da epoche diverse s’incontrano a causa di una interferenza telefonica. I due avranno un solo obiettivo, restare insieme oltre il tempo. Da un’idea dello stesso Pellecchia e di Luna Cecilia Kwok.

Tra gli attori Luca Lombardi, Denise Capuano, Enzo Perrotta, Francesco Saverio Tisi, Gianluca Testaverde, Elena Erardi, Nicola Mondino, la presenza straordinaria di Vincenzo Merolla.

Un ritorno alla magia del cinema muto in bianco e nero, dunque, con il cortometraggio “L’amore oltre il tempo”, prodotto dalla vomerese Phoenix Film Production, che ha girato le scene a pochi metri dalla sede della storica Lombardo film che mosse i primi passi proprio a Napoli negli anni Venti del secolo scorso, la celebre casa cinematografica che assunse un ruolo fondamentale in Italia e che trasferitasi a Roma prese il nome, a noi familiare, di Titanus.

“L’amore oltre il tempo” è un ritorno al passato anche per quel che riguarda la modalità con cui è stato girato, ovvero secondo le antiche tecniche a camera fissa e con movimenti di macchina a mano.

Protagonista è l’amore non solo tra due individui, ma anche e soprattutto tra l’uomo e questa immensa forma d’arte che è il cinema.

Destinato a girare per il circuito di rinomati Festival nazionali e internazionali, ha già riscosso significativi consensi.

Distribuito da Premiere Film.

In occasione dell’uscita della presentazione del cortometraggio L’AMORE OLTRE IL TEMPO, abbiamo intervistato Luna Cecilia Kwok, coautrice, e Emanuele Pellecchia, Regista, Sceneggiatore.

Com’è nata l’idea del corto?

Pellecchia: L’idea di questo cortometraggio è nata in modo semplice e spontaneo in un momento di riflessione. Volevo realizzare qualcosa che rendesse omaggio al cinema di inizio Novecento, che facesse riscoprire quelle che erano le emozioni trasmesse al pubblico attraverso la sola espressione degli attori e quel tipo di cinematografia che ormai ci appare nostalgica.

Kwok: Emanuele desiderava girare un cortometraggio utilizzando le tecniche del cinema di una volta. Così, riflettendo sul passato e sul presente, abbiamo immaginato una storia che, pezzo dopo pezzo, ha preso vita.

 

Qual è stata la durata di lavorazione?

Pellecchia: Abbiamo lavorato velocemente e bene, anche grazie a come io e la coautrice, Luna Cecilia Kwok, abbiamo strutturato la sceneggiatura. Dalla scelta degli attori alla chiusura del tutto ci è bastato circa un mese o poco meno, con una sola giornata di riprese e pochissime sedute di montaggio. Devo dire che la bravura di tutto il cast e la troupe, soprattutto dei nostri protagonisti Luca Lombardi, Denise Capuano e l’immancabile Vincenzo Merolla hanno contribuito a rendere veloce la realizzazione del progetto.

Kwok: La durata di lavorazione è stata di circa un mese, considerando la scrittura, la ricerca degli attori, la ricerca di oggetti di scena. Le riprese, invece, sono state svolte in un’unica giornata.

 

Perché ha deciso di girarlo in bianco e nero?

Pellecchia: A parte il voler fare un omaggio al cinema di inizio Novecento, è stato un progetto concepito sin dall’inizio per andare controcorrente, in questa epoca dove la cinematografia moderna mette quasi in primo piano colorazioni studiatissime e definizioni altissime fino a sfociare nell’iperrealismo.

Kwok: Sono innamorata del vecchio cinema e, inoltre, credo che qualsiasi contenuto visivo realizzato in bianco e nero possa avere una connotazione atemporale rispetto ai prodotti a colori; l’effimero che è insito nell’uso del colore è dovuto anche al fatto che ogni epoca ha una sua sfumatura, una sua saturazione, ed è così facilmente circoscrivibile, riconoscibile. Nel caso del nostro lavoro, volendo suggerire il concetto di ‘oltre il tempo’, nessun altro espediente sarebbe stato ugualmente adeguato, poiché il bianco e nero non è soggetto alla tecnologia, né alle mode. Il nostro corto parla soprattutto di valori e, i veri valori, sono imperituri.

A chi si è ispirato?

Pellecchia: Mi sono lasciato ispirare da quelli che sono stati i maestri di un tempo, a partire dalla regia di Mack Sennett.

Kwok: Di grande ispirazione è stato il cinema di Charlie Chaplin (al quale abbiamo reso omaggio rievocando una famosa scena) e il cinema di Buster Keaton (al quale sembra assomigliare il nostro attore protagonista).

 

Che tipo di tecnica ha usato per girare il corto e per quale motivo?

Pellecchia: La tecnica che ho usato per questo cortometraggio si rifà a quella che era la tecnica di un tempo abbinata a quelli che erano i mezzi. Camera fissa e i pochi movimenti fatti a mano, qualità adattata e ritmi di recitazione/riprese adeguati alla musicalità e la velocità del girato. Ho cercato quindi non di imitare un genere ma calarmi in quel tipo di lavorazione.

Kwok: In fase di post produzione, in quanto grafica e colorista, ho scelto un bianco e nero tipico dei film muti con un effetto di pellicola invecchiata, e una color adeguata al primo colore nel cinema, che mi sembrava esteticamente non fuorviante e adeguata al salto visivo. Infine, un piccolo fruscio di disturbo per la colonna sonora. Inoltre, le scene ambientate nel passato sono girate in 4:3 e presentano i tipici tagli di frame del film muti.

 

Tre aggettivi per descrivere de “L’amore oltre il tempo”.

Pellecchia: Divertente, semplice e nostalgico.

Kwok: Originale, controcorrente, profondo.

 

 

 

 

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