Napoli: la città, il caos, e le istituzioni
2 min readA cura di Penna Nera Per quello che ho visto sui vari social la manifestazione anti-Renzi ha Napoli, non ha coinvolto oceaniche folle, ma gruppi agguerriti e motivati dei Centri Sociali.Ora a prescindere dal numero dei partecipanti dobbiamo registrare che vi è uno stato di malessere strisciante in alcune fasce del nostro tessuto sociale che sta diventando sempre di più preoccupante…
… L’emarginazione, la disoccupazione, la mancanza di prospettive future sta imbarbarendo i rapporti tra i corpi
sociali, se a ciò aggiungiamo che qualche ” burattinaio” interessato a creare malessere in città per poi ” guidare ” la protesta, otteniamo un quadro a tinte fosche.
Ciò che manca oggi, per tentare di cambiare la città, per far ridiventare Napoli-Capitale del Mezzogiorno, è tra l’altro anche il senso di responsabilità di una classe dirigente che sta dimostrando tutti i suoi limiti progettuali, politici e culturali. Sembra quasi che si viaggi alla ” giornata” senza sapere cosa fare, quale vocazione deve avere Napoli? Tutto è tristemente fermo: l’area occidentale da Bagnoli all’intera area flegrea.il Centro Storico, l’area orientale tra Barra e Ponticelli.Tutto bloccato, un vero e proprio pantano istituzionale-burocratico. O si cambia radicalmente mentalità, o Napoli è destinata a continuare nella sua lenta agonia. Ci vuole coraggio, determinazione, volontà, ma soprattutto progettualità, programmare il futuro della città attraverso una serie d’interventi di riqualificazione strutturale delle periferie e del Centro-Storico. Con un coinvolgimento di tutte le forze produttive senza esclusione alcuna. Napoli deve rinascere, spetta a chi oggi ha responsabilità istituzionali di fare la propria parte.