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Paranza al Nostos Teatro – Intervista agli autori

Paranza al Nostos Teatro – Intervista agli autori

 

Sabato 9 febbraio alle 21 e domenica 10 alle 19, al Nostos Teatro la prima produzione propria della rassegna Approdi 2018/19 affronta il tema dei migranti. Uno spettacolo politico, come solo il teatro sa essere, sul mare di Napoli, che è lo stesso dell’Africa, su una questione cardine del mondo contemporaneo: “Paranza” vuole rappresentare una celebrazione della mescolanza.

Il Mezzogiorno intervista Giovanni Granatina, Gina Oliva e Dimitri Tetta, agli autori e i direttori artistici del Nostos Teatro.

Tre aggettivi per descrivere lo spettacolo?

Ci risponde per primo Giovanni Granatina, che è anche in scena: “Urgente necessario commovente”.

Quanto è importante affrontare la tematica dei migranti a teatro?

Gina Oliva: “In realtà, abbiamo realizzato questo spettacolo per la prima volta quindici anni fa, quando si verificavano i primi sbarchi dall’Africa verso Lampedusa. Nello stesso periodo, nacquero i primi centri di assistenza. Quest’anno abbiamo pensato di inserire questo nostro vecchio studio sulla tematica della migrazione perché ci siamo resi conto che il tempo passato non è stato capace di risolvere nulla. Anzi la situazione si è aggravata, portando ad una dimensione di intolleranza verso lo straniero, verso colui che viene. Trattare gli esseri umani come pacchi, come cose nell’epoca contemporanea, strumentalizzando la sofferenza di popoli per fini politici, ha dettato la nostra esigenza ed urgenza di porre un punto di riflessione sul fatto che le emigrazioni probabilmente esistono da quando esiste l’uomo. Il concetto di confine, nazione, limite, rete, delimitazione non appartiene all’uomo in quanto essere umano. L’esigenza di trattare questa tematica nasce dalla volontà di ricordare che l’uomo in quanto tale, da quando esiste, ha migrato”.

Da quale punto di vista avete scelto di raccontare e perché Paranza?

Dimitri Tetta: “Partiamo dall’etimo più profondo di questa parola che si rifà alla lingua greca, dove la radice ‘paron’ indica il traghettare e, più genericamente, il transito. Transitando attraverso lingue, culture, suoni, arriviamo al significato più comunemente usato nel dialetto napoletano: quello di mescolanza di piccoli pesci catturati con reti a strascico. Il mare di Napoli, il mare dell’Africa, in mezzo milioni di vite. Chi sono? Da dove vengono? Come vivono? Cosa soffrono e cosa sognano? Chi li accoglie? Lo spettacolo inizia in un punto preciso di queste storie quando, in una notte qualsiasi, dalla costa un pescatore avvista un barcone di profughi all’orizzonte. Storie disegnate per chiaroscuri, attraverso testi che suonano come un blues. Non importa in quale lingua, essi suoneranno come un canto dolente che parte dalle viscere e segue il ritmo del battito di un cuore. “Paranza” parla di emigrazioni, immigrazioni e migranti, come specchio di una storia che si ripete, cambiando forma, ma non sostanza”.

“PARANZA”
Un progetto Nostos Teatro

drammaturgia, regia, allestimento scenografico, costumi e luci: Giovanni Granatina,

Gina Oliva, Dimitri Tetta

con Dario Ferrara, Marika Frongillo, Giovanni Granatina, Giusy Ruggiero, Mariateresa Vargas

Sabato 9 febbraio 2019 ore 21:00

Domenica 10 febbraio 2019 ore 19:00

 

Nostos Teatro

Viale J. F. Kennedy, 137, trav. Brodolini, 6

81031 – Aversa (CE)

Info e Prenotazioni: info@nostosteatro.it081 19 169 357 – 389 24 714 39

Per raggiungerci in auto su Google Maps digita: Nostos Teatro Aversa

Per raggiungerci con il trasporto pubblico: Fermata Aversa Ippodromo della Metropolitana linea Arcobaleno (linea Napoli – Giugliano – Aversa)

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