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Politica, immagine o sostanza?

a cura di Elia Fiorillo  Dovremmo tutti sposare la sostanza, eppure l’esteriorità ci condiziona fino al punto da fuorviare i nostri giudizi nel cercare l’essenza delle cose, delle persone. Difronte ad una pietanza bella a vedersi ci lasciamo attrarre ma poi, al primo boccone, alla verifica del palato, il riscontro è immediato: “è una schifezza…, bellissima a vedersi”. …

…Oppure: “bella e buona, una magnificenza”. Finché si hanno gli elementi conoscitivi e valutativi nessuna complicazione. Nel caso inverso, quando ti devi fidare, quando non hai le competenze né le conoscenze per comprendere, allora cominciano le incertezze a tutto vantaggio dell’immagine, a volte effimera e fuorviante. Politica spettacolo? Quando più ci si allontana dal confronto con i cittadini elettori con scelte monocentriche; quando gli slogan televisivi si sostituiscono ai ragionamenti ed al convincimento “casa per casa”, più il pericolo “dell’immagine precaria” e condizionante prende piede. E questo giuoco perverso non premia solo i “mono-centristi” al potere, ma anche i loro oppositori. Perché la partita si vince sulla surrealtà delle sensazioni, dei sentimenti che si riescono a evocare, non sulla concretezza dei ragionamenti.
Una cosa del genere sta capitando per il referendum costituzionale. Le figurazioni fantastiche, di segno opposto, si sprecano disorientando l’elettore che non è avvezzo alla materia, oggettivamente complessa. E i fuochi d’artificio immaginifici non chiariscono ma confondono chi dovrà andare a votare sulla modifica della “Costituzione più bella del mondo”, parola della presidente della Camera dei deputati, on. Laura Boldrini. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e vice presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. afferma: “le persone si informino personalmente, non si accontentino del sentito dire, di un’opinione o di uno slogan, se ne sentono tanti”. Il referendum del 4 dicembre, per la Cei, “è troppo importante: attiene all’impianto della Repubblica, dello Stato, non è una cosa che si cambia tutti i giorni facilmente”. Ma dove informarsi e come? Non sono tanti i bene aggiornati che si sono lette le modifiche costituzionali che andranno a referendum. Forse l’approfondimento riga per riga l’hanno fatto solo gli addetti ai lavori. Probabilmente c’è ancora il tempo di mandare in onda trasmissioni tipo “Non è mai troppo tardi” di alfabetizzazione asettica e non partigiana al referendum.

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