Maggiori modelli positivi da seguire ed abbassamento dell’età imputabile sono queste le parole del Primo Cittadino.
Il Sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno è stato vittima di insulti per non aver chiuso le scuole il giorno 13 Gennaio causa allerta meteo.
Vittima di odio inspiegabile e di insulti anche omofobi attraverso messaggi offensivi sono segno tangibile di un degrado umano e di un grande impoverimento culturale della nostra società.
Minori senza controllo che pensano di sfuggire non solo all’autorevolezza genitoriale ma anche all’autorità.
Sindaco: “Non si tratta di imbecillità ma di un fenomeno diffuso preoccupante che va contrastato con fermezza. Contro questa deriva non dobbiamo restare in silenzio”.
D: Dalle sue parole si evince una volontà di non lasciare impuniti i colpevoli; accettando scuse pubbliche ed allentando così la presa, attraverso un perdono senza conseguenze, non crede di aver fatto un passo indietro rispetto alla sua affermazione?
R: Si tratta perlopiù di ragazzi di età compresa tra i 10 e i 12 anni dove la paura di una denuncia e di una serie di conseguenze è più forte di una qualsiasi conseguenza reale; sporcare una fedina penale, laddove sia imputabile ovviamente il reato, sarebbe solo una magra consolazione; non ha senso avere una rivalsa personale, piuttosto la mia idea è quella di far capire a questi ragazzi quali sono le azioni che mettono in campo e le possibili conseguenze a cui vanno incontro. Ho 45 anni e le spalle larghe per cui il peso non è lo stesso se riportato ad un ragazzo pre-adolescente vittima degli stessi insulti. Ho cercato di far capire che non è corretto apostrofare una persona con tali epiteti. Non posso che sperare in un loro pentimento e in un ripensamento soprattutto in virtù delle serie conseguenze legali a cui vanno incontro. A me va bene questo, mi basta.
D: Stephano Quinto e Matteo, una giovane coppia gay aggredita la notte di capodanno da un “branco” costituito perlopiù da minorenni sono la prova evidente di quanto sia rapido il passaggio dall’insulto verbale alla violenza fisica fino ad arrivare in taluni casi al crimine efferato. C’è un gap sottilissimo tra atteggiamento/pregiudizio e comportamento/azione. Si discute tanto anche sull’età dei giovani che commettono reato. Lei è favorevole ad un abbassamento dell’età imputabile?
R: Ovviamente abbassare l’età imputabile secondo me oggi è necessario anche se questo servirebbe più come deterrente che come reale e concreto monito. Occorre agire sulla possibilità di far prevalere una maggiore consapevolezza legata alle loro azioni. Si dovrebbe discutere maggiormente di esempi positivi partendo non dalla legge penale bensì dalla famiglia, dalle Istituzioni e da tutti noi adulti che purtroppo spesso rappresentiamo per i giovanissimi esempi negativi.
D: La nostra è una società che purtroppo ci sta abituando sempre di più ad un “libertinaggio” mascherato da libertà. Se dai giovani dobbiamo ripartire come possiamo educare questi ragazzi alla libertà?
R: Il modo è sicuramente quello di fare un’azione congiunta su una concreta possibilità dei ragazzi di comprendere quelli che sono i valori reali della vita, per questo c’è la Scuola, la Famiglia in primis, la Società civile, il Comune, l’Associazionismo. Quel mondo che per fortuna a San Giorgio a Cremano lavora bene insieme ed è capace di dare esempi positivi e di trasmettere valori sani.
D: Cosa si fa sostanzialmente per le famiglie, senza ricadere nell’assistenzialismo, per sostenerle ed aiutarle nel delicato compito educativo?
R: Noi come Comune abbiamo tutta una serie di servizi a sostegno delle famiglie e di aiuto alla genitorialità anche tramite “doposcuola” e ritrovi pomeridiani che riempiono di senso anche il termine stesso doposcuola, soprattutto per le persone in difficoltà. Abbiamo degli sportelli di ascolto che rispondono a dei servizi utili non solo dedicati ai giovani ma anche alle loro famiglie. Purtroppo ci sono anche degli allontanamenti familiari, interventi che devono essere portati necessariamente a termine laddove non c’è una reale e valida risposta da parte degli adulti nei confronti dei propri figli attraverso decisioni imposte e prese dalla Legge per il bene dei minori stessi.
D: Abbiamo appreso tutti la notizia dell’acquisto e della riapertura entro l’anno del Cinema e Teatro Flaminio ad opera del Comune. Un luogo storico di ritrovo e di aggregazione per musica, spettacolo e non solo. Non ho potuto fare a meno di notare la sua precisazione in merito al voto sfavorevole in Consiglio da parte del Movimento 5 stelle. Le chiedo, ovviamente un pensiero personale a riguardo, sul perché opporsi se l’intervento è quello di valorizzare il territorio aumentando l’offerta culturale ed educativa.
R: Il mio giudizio è che alle volte ci troviamo difronte a situazioni così positive che chi ti avversa non è costruito socialmente per poterti dire che stai facendo la cosa giusta; è un problema sociale direi, perché si vede nella figura di Giorgio Zinno un nemico più che un avversario politico per cui affermare “stai facendo bene” equivale essenzialmente a stare male a tal punto da prendere una rivalsa sul voto; del resto è stato fatto così anche per la scuola Marconi, “una guerra” per la riapertura ma che in realtà dopo due mesi era stato già esposto un progetto di riqualificazione a scuola che non è stato accettato, per cui tanto ci sarebbe da dire sull’argomento ma andrebbe chiesto un confronto con la controparte.
D: Per restare in tema musica, sappiamo quanto essa svolge un ruolo attivo a livello sociale, uno dei primi canali di accesso per l’appartenenza ad un gruppo. Le preferenze musicali sono orientate talvolta verso modelli che negativamente influenzano i comportamenti dei giovani. Dalla musica neomelodica, alla trap, fino all’Ariston un esempio, il caso Tony Effe, prima estromesso dal concerto di capodanno per accuse di misoginia poi il suo ingresso a Sanremo, mi dia un suo pensiero in merito.
R: I ragazzi oggi spaziano tantissimo nell’ascolto della musica e noi non possiamo sicuramente pilotare i loro gusti negandogli la democrazia, abbiamo però il dovere, sicuramente laddove c’è l’ascolto di musica non portatrice di valori sani (che purtroppo esiste), di aiutarli a comprendere che non sempre la musica racconta la vita reale. La musica può essere carica di negatività da non prendere a modello di vita, mi rendo conto difficile soprattutto in quanto c’è una mitizzazione di alcune figure ma questo accade anche nel quotidiano dove è complicato discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato accentuato dal nostro leader di riferimento.
D: Si parla di fallimento della comunità educante, di degrado digitale, di impoverimento culturale inteso non come ignoranza ma come incapacità di usare “la parola”, saper dialogare, saper ascoltare. C’è tanto spreco di risorse umane e di figure professionali deputate alla comunicazione e allo studio dell’interazione (per es. il sociologo), anche in questo caso si può parlare di cervelli in fuga, lei cosa ne pensa?
R: Io convengo in parte e posso essere d’accordo con Lei, c’è ancora molto da fare ma purtroppo noi dobbiamo seguire delle Direttive e delle Norme regionali e Nazionali che limitano l’ingresso di alcune figure come i ad esempio i sociologi nelle linee di assistenza previsti dagli stessi finanziamenti, ed io non posso dire, non essendo esperto in materia, quanto determinate figure possano essere funzionali al Sistema.
D: Cosa si sente di dire ai genitori dei ragazzi che non hanno chiesto scusa per gli insulti a Lei rivolti e più in generale agli adulti leoni da tastiera?
R: Adulti non credo ce ne siano, quelli che non si sono scusati sono stati denunciati e la Polizia Postale sta facendo il suo lavoro. Prima o poi verrà tutto alla luce e spero di poter avere un confronto. Non so cosa succederà, ma ci sarà modo di verificare ed io sono pronto.