SPORT – NAPOLI CALCIO: IL DESTINO NELLE MANI DI PARTENOPE
di GIOVANNI CASO
La dea Partenope coadiuvata da San Gennaro frena la corsa dell’Inter, mentre il Napoli non riesce ad ottenere la vittoria al Tardini, contro un Parma in piena corsa salvezza. Alla vigilia del match si poteva ipotizzare che sarebbe stata gara tutt’altro che semplice, in quanto entrambe le squadre lottavano per obiettivi differenti. Il Parma si è schierato con un 352, che diventava un 532 in fase di non possesso con Valeri e Delprato che facevano un lavoro di sacrificio sia in fase offensiva, sia in fase difensiva. Per quanto riguarda la fase difensiva dei Romagnoli, Leoni ha avuto il compito di interfacciarsi con il gigante belga azzurro Romelu Lukaku, quest’ultimo non particolarmente in serata di gloria. La fase offensiva, invece, entra nel vivo per la posizione di Sohm, il quale non dava punti di riferimento ed era una spina nel fianco, poiché riusciva ad arrivare al tiro dalla distanza ma un attento Alex Meret ha evitato il peggio. Il Napoli si è schiarato con un 442, che diventava un 4231 con numerosi lanci in favore di Lukaku chiamato a fare da Pivot per dialogare con i compagni di reparto e far salire la squadra. Spesso i partenopei si sbilanciavano per trovare la via del gol, esponendosi ai contropiede avversari gestiti da Hernani jr con la sua rapidità. I duelli difensivi erano piuttosto chiari sin dall’inizio: Rrahmani su Bonny e Olivera su Pellegrino (nonostante il divario fisico evidente, da sottolineare l’ennesima bocciatura per Rafa Marin). Lo schieramento tattico risente dell’assenza di Lobotka, per cui la manovra di gioco risultava più lenta e macchinosa ma Gilmour è comunque riuscito a disputare una buona gara creando varie verticalizzazioni per Politano, che metteva pressione ai difensori e Suzuki. Si conferma il migliore in campo Scott McTominay, un centrocampista tuttofare: tempi di inserimento perfetti, incursioni in area pericolose e tecnica sopraffina. Lo scozzese ha messo in difficoltà Suzuki con una punizione diretta quasi all’incrocio dei pali; mentre Anguissa con una giocata ha scheggiato il palo con la palla che termina fuori. Verso lo scadere dei minuti di recupero accade un episodio che accende le speranze dell’intera città: rigore per il Napoli per fallo su Neres, poi annullato dall’arbitro Doveri al Var perché sull’azione c’era un fallo precedente di Simeone (subentrato per Lukaku). I verdetti definitivi stentano a realizzarsi e nella mente dei Napoletani e degli Interisti “Pedro” di Raffaella Carrà provoca sensazioni diametralmente opposte, di gioia, sfottò, nonché di pianto e stridor di denti per l’ennesima occasione sprecata. Dio è Napoletano? Prossimamente, sapremo se il cielo è azzurro o ha qualche sfumatura di nero e, soprattutto, se gli “uomini forti” valgono realmente quanto i propri destini.
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