29 Marzo 2024

 

“Fatti gravissimi emergono dalle carte dell’inchiesta ‘BluSky’  dove  spunta il nome  del consigliere regionale  Carmine Mocerino (Caldoro presidente) e attuale presidente della Commissione regionale Anticamorra  che avrebbe avuto – secondo  i magistrati dell’Antimafia – rapporti amichevoli e familiari con la compagna del capo omonimo del clan D’Avino”.

Lo dice Valeria Ciarambino, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione Trasparenza commentando il blitz delle forze dell’ordine a Somma Vesuviana che ha portato in carcere esponenti di un clan. “Da fonti giornalistiche si apprende – dichiara Ciarambino – che il boss Giovanni D’Avino, nei colloqui in carcere con la compagna, spiega di voler sostenere al Comune l’allora candidata, e all’epoca dei fatti consigliere regionale di FI, Paola Raia in quanto politica vicino a Carmine Mocerino”. “Troviamo allarmante tutta questa vicenda – continua –  l’ennesima valanga di sospetti pesanti e ombre investe la Regione Campania e in particolare un consigliere regionale, che tra l’altro presiede l’importante organismo regionale che dovrebbe contrastare la camorra”. “Riteniamo, come già accaduto con il precedente presidente dell’Anticamorra Monica Paolino (indagata per voto di scambio politico-mafioso) che Mocerino, pur se allo stato non risulta indagato, debba lasciare l’incarico  – sottolinea – per una questione di opportunità e trasparenza delle istituzioni e per garantire alla Commissione la massima efficacia e serenità di azione”.
“La Commissione Anticamorra è già rimasta paralizzata troppo tempo: non possiamo permetterci che quello che dovrebbe essere il faro della legalità in Campania venga  ancora ostacolato e turbato nel suo lavoro da simili vicende che vedono allungarsi l’ombra della camorra”. “Senza voler confondere le vicende – conclude Ciarambino –c’è un dato oggettivo e drammatico che viene fuori dalle recenti indagini ancora in corso: il rapporto di alcuni consiglieri regionali con la camorra. Sarebbe il caso che anche le assemblee regionali fossero sottoposte al meccanismo della commissione d’accesso e all’eventuale scioglimento come accade con i comuni. Purtroppo se verrà approvata la riforma della Costituzione, questi consiglieri si ritroveranno senatori coperti dall’immunità”.

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