UNCONVENTIONAL JAM SESSION AL KESTÈ DI NAPOLI CON GLI HOBBY HORSE

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Arriva dalla grande mela la “Unconventional Jam Session” mercoledì 4 novembre al Kestè in Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli degli Hobby Horse.
L’appuntamento della rassegna-laboratorio di improvvisazione è coordinato dal gruppo Crossroad Improring e apre alle 22 con il live di un trio che arriva direttamente da New York: gli Hobby Horse, ovvero Dan Kinzelman, Joe Rehmer e Stefano Tamborrino e il loro jazz unico, “elettro-telepatico”.

Dopo il concerto si anima il live la jam d’mprovvisazione pura cui partecipano anche i musicisti della band newyorkese.

 Tutti i mercoledì, al Kestè di Napoli si tiene la cosiddetta “Unconventional Jam Session”, che ha un cuore differente, una sonorità e uno stile unici. Il racconto musicale si scrive con un“direttore” di jam che porta la sessione verso quel luogo ignoto che è l’improring, ovvero l’improvvisazione pura. Tra i direttori delle jam ci sono musicisti di alto livello quali: Andrea Tartaglia, Paolo Bianconcini e gli Hobby Horse.

Esistono poche regole per partecipare alle Unconventional Jam. I “set” vengono organizzati alle 21.30, e si realizza la scaletta. Poi tocca ai “fuori set”, ovvero una ulteriore improvvisazione, una sorta di palco aperto per far suonare e cimentarsi nella jam anche chi non è ancora pratico di questo modo di far musica.

La Unconventional jam dell’ 11 novembre vedrà il debutto di Paolo Bianconcini per una “Batà’Jam”, un viaggio a sud del mondo tra tamburi e canti, da Cuba al Brasile passando per la Jamaica e Napoli. Una festosa Jam dunque.

 HOBBY HORSE sono: Dan Kinzelman (woodwinds, synths, voice) Joe Rehmer (double bass, synths, voice) e Stefano Tamborrino (drums, electronics, voice).  Mescolando un senso melodico delicato e sottile, dinamiche esplosive ed un interplay pressoché telepatico, Hobby Horse ha sviluppato un suono profondamente originale, frutto di un percorso di ricerca intrapreso già dalle prime performance del 2010. In seguito all’acclamato ‘Eponymous’ (Parco della Musica Records, 2013), e la raccolta ‘Lives’ uscita nel 2015 con Musica Jazz, il loro nuovo lavoro ‘No More Fun And Games’ è un disco potente, che pur stupendo per via della sua carica innovativa non tradisce le aspettative del pubblico e della critica. Tenebrose atmosfere elettroniche, vamp evocativi e violente esplosioni di energia vengono unite attraverso una sottile corrente di lirismo a delicate parentesi narrative che più si avvicinano alla musica da camera. Composizione e improvvisazione si dispiegano in direzioni imprevedibili ma consequenziali, eliminando quasi del tutto l’assolo tradizionale in favore di un dialogo ricco e profondo in cui le scelte timbriche, dinamiche, melodiche e armoniche assumono un ruolo di pari importanza. Il risultato e’ un’esperienza di ascolto sorprendente e affascinante, difficile da categorizzare o definire: in poche parole, unica.

 Il Crossroad Improring è un collettivo formato da 20 musicisti del panorama musicale jazz, rock, elettronico e hip hop napoletano, tra cui Pietro Santangelo e Salvatore Rainone degli Slivoviz, Andrea de Fazio dei Fitness Forever e Michele de Finis degli Epo. Il gruppo prende ispirazione dal collettivo di Roma di Franco Ferguson inventore dell’”Improring” ovvero “ring” dell’”improvvisazione” che affonda le sue radici nel free jazz dove non c’è nulla di stabilito. In Italia ci sono diversi gruppi di improring quali: Mediterraneo Radicale in Puglia o gli Improvvisatori Involontari di Bologna. Il Crossroad Improring è il primo collettivo napoletano di impropring ed il suo nome fa pensare proprio all’“incrocio di strade” diverse, di stili, di generi diversi.
“Ci incontriamo ogni 2 settimane- racconta Marcello Giannini, chitarrista degli Slivovitz e degli Arduo e ideatore del collettivo insieme a Salvatore Rainone, Luca di Maio e Jack D’Amico-. Non c’è niente di preparato, non c’è nessuna partitura, non c’è nessuna tonalità; c’è solo ritmo, istinto, interplay, poi si va sul palco e si realizzano set con varie formazioni estemporanee, talvolta con musicisti che non si sono mai incontrati prima, sono diverse dalle jam session che hanno strutture determinate, mentre nell’improring la ricerca è quella di andare contro qualsiasi tipo di paletto e definizione. L’ obiettivo finale èla creazione di una forma libera da connotazioni stilistiche prestabilite, risultato piuttosto di un viaggio all’interno dei percorsi dei singoli musicisti, che si affidano alle evoluzioni del momento.

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