Napoli, 5 novembre 2024 – Sono circa 500 i manifestanti alla sede del consiglio regionale della Campania che chiedono di entrare in consiglio affinché i capigruppo firmino l’ordine del giorno sulla vertenza dei 300 operatori sociali del gruppo Gesco che da venerdì scorso sono senza lavoro per la decisione della Asl Napoli 1 Centro di rescindere in anticipo il contratto per la gestione dei servizi psico-sociali e di assistenza in ospedali, sir, centri diurni e residenziali.
Tra i manifestanti anche utenti e le loro famiglie che rivendicano la continuità nell’ assistenza, per alcuni di loro trentennale.
Ricordiamo che si tratta di malati di Alzheimer, sofferenti psichici, anziani, persone con disabilità e persone con dipendenze. Il personale della cooperazione sociale è stato sostituito da Oss che la Asl Napoli 1 Centro ha reclutato da graduatorie della Asl di Caserta e dall’Università Vanvitelli di Napoli, sciogliendo con 14 mesi di anticipo il contratto con le coop.
Di qui la mobilitazione degli operatori. Con loro anche rappresentanti di altre organizzazioni sociali, da Legacoop Campania a Jonathan al Cnca, al mondo universitario e del terzo settore cittadino.
«Non ci arrendiamo di fronte al silenzio della Regione, chiediamo rispetto per la nostra storia e per il nostro lavoro, non siamo numeri da sostituire ma lavoratori qualificati, che da sempre collaborano con il servizio pubblico. Non è possibile che solo la Campania , in tutto il Paese, ignori la storia del welfare, ignori un modello di cooperazione che funziona da anni e che ha rappresentato e rappresenta a volte l’unico aiuto per centinaia di famiglie e di persone fragili» ha dichiarato il presidente di Gesco Giacomo Smarrazzo.
“La pazienza degli OSS è esaurita – dichiara il fondatore di Gesco Sergio D’Angelo – Oggi in occasione di questa delicata seduta del consiglio regionale, dove si discute del terzo mandato al presidente De Luca, chiediamo che il terzo mandato sia dato a noi, alla cooperazione sociale. Lo vogliamo per i nostri operatori, non possiamo più tollerare il silenzio della Regione e della Asl”.

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