A cura di Valentina Nasso
Parola d’ordine: “Eccellenza”
Zzambù, una “joint venture letterale” di pizza e hamburger, un naming che trae ispirazione da quello che nasce come un linguaggio sottodialettale, usato dai musicisti partenopei fin dal ‘700: la Parlesia (Pino Daniele in molti suoi testi ha inglobato termini di questa vera e propria lingua)
Il progetto è di quattro professionisti napoletani Carlo, Diego, Fulvio e Giovanni che vantano esperienze e competenze in un altro apprezzato campo gastronomico: la Burgeria.
La loro creatività in ricette dei panini in menù, Prufessorë (il posteggiatore) con hamburger di maialino nero Casertano, funghi porcini, caciocavallo irpino e salsa all’aglianico e noci; il panino Parlèsia con pulled pork, cheddar, insalata coleslow, salsa barbecue e cipolle croccanti nel filoncino all’olio; il Bacone (o’malament) con hamburger di scottona, melenzane a funghetto bianche, pomodorini gialli, scaglie di parmigiano e mousse di pesto al basilico.
Per la pizza un nome altisonante Salvatore Di Matteo, pizzaiolo e friggitore napoletano, ultimo erede di una dinastia storica di pizzaioli, nata nel 1897 nella cinta urbana partenopea.
Salvatore sceglie di affiancare Zzambù col suo nuovo format, incentrato sul racconto della tradizione della pizza napoletana, grazie ad un percorso fatto di evoluzione, attraverso la ricerca di prodotti di eccellenza legati al concetto di territorialità, che lo hanno gradatamente condotto ad un concept di pizza “gourmet,
la Marinara rustica con pomodoro del Piennolo , aglio dell’Ufita, origano di montagna e olio evo; la pizza fritta Essenzia con provolone del monaco, pomodoro del Piennolo, provola di latte vaccino e basilico; la pizza Mon Amour con fior di latte, mousse di ricotta, radicchio rosso, zucchine grigliate e olio evo; la pizza Tonnarella con fior di latte, pomodorino Corbarino, crema di cipolle caramellate, tonnetto alletterato, olive taggiasche, formaggio pecorino e olio evo.
Un’ esperienza che non coinvolge solo l’arte culinaria ma anche l’arte e la musica infatti uno dei piatti in menù, i fagioli alla Bungtbangt, sono un omaggio al musicista e cantautore napoletano Maurizio Capone, pioniere della “musica eco-sostenibile” e da sempre impegnato in laboratori che si tengono nelle carceri e nelle scuole attraverso i quali insegna ai partecipanti a costruire strumenti musicali con materiale riciclato.
La musica qui diventa ispirazione, la ricetta di questo primo piatto è un esempio , ottenuta da “ciò che resta” delle verdure di stagione.
Zzambù offrire al suo pubblico, insieme a degli ottimi alimenti per il corpo, anche degli ottimi alimenti per l’anima.
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