Vincenzo Antonucci, una voce autentica tra palcoscenico e schermo

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Con il suo sguardo sincero e l’energia di chi porta in scena la verità delle proprie radici, Vincenzo Antonucci si sta facendo spazio nel panorama artistico italiano. Dopo anni di intensa attività teatrale, ha conquistato anche la televisione grazie al ruolo di Manuel nella serie Piedone – Uno sbirro a Napoli, produzione Sky Original con Salvatore Esposito. Il personaggio, un giovane del rione Sanità diviso tra il sogno di diventare pugile e le insidie della vita di quartiere, ha messo in luce la capacità di Antonucci di interpretare personaggi complessi e profondamente umani. La sua interpretazione, intensa e credibile, ha saputo raccontare il conflitto tra la voglia di riscatto e il peso delle circostanze.
 
La passione per la recitazione nasce presto: nato a Napoli il 19 maggio 1995, Antonucci si avvicina al teatro all’età di dieci anni e trasforma questa passione in un percorso solido e consapevole. Dopo essersi formato presso la scuola di recitazione del Teatro Totò, trova al Nuovo Teatro Sanità la sua dimensione artistica. Guidato da figure come Vincenzo Pirozzi e Mario Gelardi, si immerge in un ambiente che non è solo fucina creativa ma anche presidio sociale per il quartiere. È qui che Antonucci si consolida, prendendo parte a produzioni come La Paranza dei bambini – che lo porta sui più prestigiosi palcoscenici italiani e gli vale il Premio Nuovo IMAIE a Spoleto – e lavori teatrali come La Vacca e Plastilina, che confermano la sua attenzione per progetti dal forte valore civile oltre che artistico.
 
Il passaggio dallo stage alle telecamere è stato naturale. In televisione ha recitato in produzioni di successo come Il commissario Ricciardi, L’amica geniale e La storia di Francesca Archibugi. Al cinema, la sua prova da protagonista in La Santa piccola di Silvia Brunelli – presentato alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia e selezionato per festival internazionali come il Tribeca Film Festival – lo ha consacrato come un interprete capace di emozionare con autenticità e misura.
 
Ma Antonucci non è solo un attore. Il legame con il Rione Sanità, la sua terra d’origine, si è tradotto in azioni concrete. Nel 2024 fonda La Sorte, una cooperativa di comunità nata per generare opportunità lavorative e culturali in un territorio spesso raccontato solo attraverso le sue difficoltà. Insieme all’artista Jago, inaugura lo Jago Museum nella suggestiva cornice della Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi, dando nuova vita a un luogo storico. Sempre nello stesso anno, lancia InSanità Teatro, progetto che usa il teatro come strumento di inclusione, formazione e rinascita sociale.
 
In attesa della serie Come un padre di Luca Miniero – ispirata alla vita di don Antonio Loffredo e in arrivo prossimamente – Vincenzo Antonucci conferma la sua cifra distintiva: scegliere storie che parlano di realtà, persone e possibilità di cambiamento. Un attore che non si limita a interpretare, ma che porta avanti, attraverso l’arte, un messaggio di speranza e trasformazione.
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