Natale Montillo: il Lievito del Genio
Un autarchico nella Fabbrica dei Sogni
Il 26, 29 e 30 dicembre ha avuto luogo presso il Cinema Montil una speciale edizione della Vetrina del Festival Viviani d’Impegno Civile (Medaglia d’Argento della Presidenza della Repubblica 2005; Medaglia Premio di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica 2013) organizzata – con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Sociali e Culturali della Regione Campania e del Comune di Castellammare di Stabia – dal Teatro Cantiere Viviani, diretto dall’attore e regista Nello Mascia e dal drammaturgo e sceneggiatore Ernesto Dello Jacono.
Nel decennale della fondazione del festival e nel sessantesimo anni-versario dell’inaugurazione del Cinema Montil si è inteso dar luogo a un even-to esclusivo, che rendesse omaggio all’originale, poliedrica figura del cineasta Natale Montillo.
Ma perché Natale Montillo: il Lievito del Genio?
Rispondono Mascia e Dello Jacono: “Perché quella del lievito è un’efficace, calzante metafora per alludere al suo carattere estroverso e creativo. Reduce dalla prima guerra mondiale svolge da giovane le più disparate attività. Nel 1929 apre il cinema Corso e nel 1931 acquista il Savoia con i proventi di una fortunata attività commerciale. Fonda poi la Società Artisti Partenopei e nel 1949 realizza il suo primo film da pro-duttore: Calamita d’Oro. Balocchi e profumi del 1953 segna invece il suo debutto come regista. Natale Montillo immagina storie dove sentimenti e passioni possano attrarre magneticamente le masse, liberan-randole dal pensiero delle miserie e dalle angustie che gli anni del dopoguerra impongono. Scrive complessivamente sei soggetti e cinque sceneggiature. Ma per lui dar forma ai sogni vuol dire dar vita a un processo che equivale a una complessa filiera creativa: intuire, scrivere, produrre, recitare, dirigere, distribuire e proiettare in una propria sala; nutre infatti anche l’aspirazione di possedere un cinematografo e ci riuscirà: nel 1957 nasce il Montil. Il tutto in perfetta autarchia; l’autarchia del Sogno che diviene opera e smette di essere Utopia.
Il 26 Dicembre è stato proiettato Balocchi e Profumi, ispirato all’omonima canzone di E. A. Mario. Montillo lo dirige con F. M. De Bernardi, che realizza anche la scenografia; un Mario Bava agli inizi della carriera firma invece la fotografia: gli esterni sono girati a Castellammare e dintorni. Come interpreti furono scritturati Diana D’Orsini, Cesare Danova, Roberto Risso (il carabiniere Pietro Stelluti amato dalla Bersagliera in Pane, amore e fantasia di Luigi Comen-cini del 1953) Tecla Scarano, Beniamino Maggio e Natale Montillo.
Il 29, un pubblico assai attento e coinvolto ha potuto apprezzare Calamita d’oro (1949) per la regia di Armando Fizzarotti, con Franca Marzi, Piero Palermini, Beniamino Maggio, Gabriella Pellis e Natale Montillo.
Il 30, ha chiuso la rassegna La sposa (1957) di Edmondo Lozzi con Irène Tunc, Carlo Giuffrè, Ugo D’Alessio Beniamino Maggio, Angela Luce, Aldo Bufi Landi.