29 Marzo 2024

Il Teatro cerca casa, la rassegna di teatro in appartamento nata nel 2012 da un’idea di Manlio Santanelli e organizzata da Livia Coletta e Ileana Bonadies, giunge con la stagione 2014-2015 al suo terzo anno di attività.

 

Nato come progetto sperimentale con l’intento di aiutare gli attori in difficoltà in tempi di crisi per il teatro, la manifestazione ha visto, nel corso di due stagioni, la crescita progressiva del numero di partecipanti agli eventi in scena su palcoscenici domestici, salotti e terrazze, messi a disposizione dai padroni di casa: la seconda stagione ha condotto negli appartamenti di Napoli e provincia circa 3000 spettatori, e 25 sono le case che si sono trasformate in veri e propri teatri. L’opera di colonizzazione teatrale del Teatro cerca casa non si è fermata nemmeno nel periodo estivo: la rassegna, quest’estate, si è trasferita in Costiera d’Amalfi per Furore a scena aperta: 8 spettacoli in 7 diverse location a picco su Fiordo di Furore, che ha coinvolto 19 artisti per oltre 500 spettatori.

Dalla sinergia artistica e dalla consonanza culturale tra la realtà del Teatro cerca casa e quella del Nuovo Teatro Sanità e di Caracò editore nasce anche il progetto TEATRO DIFFUSO, che dal 14 settembre al 14 ottobre, nell’ambito del Forum Internazionale della Culture Napoli e Campania, porterà 6 eventi teatrali nel rione Sanità, in spazi non deputati alla messinscena, al fine di trasformare i visitatori in spettatori e viceversa, intercettando così un nuovo pubblico. Il TEATRO DIFFUSO, come Il Teatro cerca casa, è profondamente ancorato alle necessità dei tempi. Negli ultimi 15 anni si è assistito al chiudere di numerosi teatri italiani ed al sorgere, contemporaneamente, di circuiti che allestiscono palcoscenici alternativi: a Napoli il teatro si fa in casa, in albergo, nelle chiese.

La tendenza a portare il teatro fuori dal teatro è ormai una prassi consolidata, a questo proposito il direttore artistico Manlio Santanelli spiega: «L’idea de Il Teatro cerca casa è che si possa far tanto anche con poco. Infatti noi abbiamo cominciato da niente. O meglio, abbiamo cominciato da quello che avevamo: le nostre case. Questi non sono tempi adatti a pensare che si possano fare grossi allestimenti. Ed è qui che la nostra idea di teatro si rivela vincente: continuare a fare anche con esigue possibilità. Ci sono artisti che non hanno inteso il mutamento dei tempi e non si arrendono all’idea che non ci siano più grossi mezzi a disposizione. Noi, invece, non ci arrendiamo all’idea di dover rinunciare alla qualità».

Il cartellone 2014-15 prevede 12 nuovi titoli tra cui:

… da questo tempo e da questo luogo… 25 rose dopo di e con Cristina Donadio e Luca Trezza per la regia di Cristina Donadio; Giro di vite da Henry James di Luca De Bei con Margherita Di Rauso;

Il chiodo fisso di Manlio Santanelli con Annarita Vitolo e la regia di Antonio Grimaldi;

Il giunco mormora, protesta, liberamente tratto da Il giunco mormorante di Nina Berberova con l’adattamento e la regia di Linda Dalisi, interpretato da Valentina Vacca;

In viaggio con Papele (I primi 40 anni) adattamento e regia di Roberto Giordano con Roberto Giordano e Monica Assante Di Tatisso; La stanza di Gemito di e con Fabio Cocifoglia;

L’ombra della sera con Fausta Vetere (voce e chitarra) e Corrado Sfogli (chitarre);

Mamma – Piccole tragedie minimali di Annibale Ruccello con Rino Di Martino, regia di Antonella Morea;

Niño, scritto e diretto da Tino Caspanello, con Cinzia Muscolino;

Pulcinella e compagnia bella, un racconto a due voci di Paola Ossorio, narrato, recitato e cantato da Giovanni e Matteo Mauriello, con le musiche originali di Germano Mazzocchetti;

Son tutte belle le mamme del mondo? di Manlio Santanelli con Gea Martire; Lingua Sonora. Concerto di suoni napoletani sui testi della tradizione linguistica dal ’400 al ’700 con Enzo Salomone a fare da voce recitante e Ciro Longobardi al pianoforte preparato.

E ancora, nel cartellone sono inseriti 5 ritorni dalla passata stagione:
A fronte alta di e con Antonello Cossia, musica originale di Riccardo Veno;

Anime nude scritto da Angela Matassa e Gioconda Marinelli, con Gioia Miale diretta da Fortunato Calvino;

… Io la canto così! con Antonella Morea, Franco Ponzo (chitarra) e Vittorio Cataldi (fisarmonica e violino) per la regia di Fabio Cocifoglia;

lo spettacolo di improvvisazione Microstorie a cura di QFC (Quella Famosa Compagnia); T’angheria, progetto di e con Francesca Rondinella (voce) e Giosi Cincotti (piano e fisarmonica).

Nell’ambito della nuova stagione sono previsti anche 4 eventi speciali:
A Concert of Dance Performing Arts Group a cura della Compagnia Giovani Movimento Danza; Ella & Louis.

Omaggio a Ella Fitzgerald e Louis Armstrong con Carlo Lomanto (voce e guitass), Emilia Zamuner (voce);

Welcome. Un viaggio tra la cultura e la musica dell’America Latina con Francesco Scelzo (chitarra classica);

Il cielo stellato, omaggio ad Immanuel Kant (1724 – 1804) di Amedeo Messina, interpretato e diretto da Renato Carpentieri.

Da quest’anno Il Teatro cerca casa affiancherà un cartellone musicale a quello teatrale, con una mini rassegna ideata e diretta da Paolo Coletta, dal titolo “Non più di due, piccola rassegna strumentale per solista o duo”. Tema d’ispirazione sarà la musica di scena: tutto il teatro musicale eccetto l’opera. Il focus di questo primo anno è incentrato sulla rivisitazione del repertorio di musiche scritte per il teatro d’ogni tempo, dagli stasimi della tragedia classica ai celeberrimi temi della commedia musicale italiana. Un libero attraversamento di un mondo da riscoprire e, per certi versi, ancora da esplorare. Tre sono gli spettacoli selezionati per questa prima edizione di musica da camera targata Il Teatro cerca casa: All’Improvviso (Concerto folle da camera) con Valerio Virzo, (sax) e Gianluca Brugnano (batteria); Contrappunti di scena con Mariano Bellopede (pianoforte) e Nicola Rando (sax contralto); Recitar suonando – Teatro e musica: il più longevo degli amori infedeli di Mimmo Napolitano e Diego Cembrola con Giuseppe Di Colandrea (clarinetti e sassofoni) e Mimmo Napolitano (pianoforte).

Dopo aver lavorato sulla creazione di nuovi palcoscenici, nella prossima stagione Il Teatro cerca casa intende lavorare anche su un altro segmento in crisi del settore: la critica teatrale, con il progetto “Il Teatro cerca Critica”. Progressivamente bandita dalla carta stampata, negli ultimi dieci anni, la critica teatrale ha subito una migrazione sul web che si configura come un movimento di estrema sopravvivenza e vitalità della stessa. Come è aumentata la produzione artistica fuori circuito così la critica ha preso a diffondersi su altri spazi. Ed è agli aspiranti critici web che il progetto è rivolto. D’altro canto non è possibile nessun discorso sulla situazione della critica teatrale svincolato da una riflessione sullo stato attuale del teatro, dalla situazione di difficoltà da cui è attraversato. Soprattutto perché ogni discorso critico, ogni linguaggio critico, sono discorso e linguaggio di secondo livello, derivato direttamente dalla struttura da cui si originano, quindi dall’attività dei teatranti: autori, registi, attori. Da questo punto di vista sembra necessario che il critico web si occupi e testimoni quanto accade oggi anche fuori dai circuiti paludati, che provveda a testimoniare quanto accade e che, soprattutto, sia preparato a svolgere questo compito.

Alla fine della stagione teatrale Il Teatro cerca casa propone, in collaborazione con il Laboratorio Teatrale Permanente del Teatro Elicantropo, diretto da Carlo Cerciello, uno spettacolo che si avvarrà dell’interpretazione e della regia dei più meritevoli diplomati a detto Laboratorio.

Questa iniziativa è rivolta a valorizzare quei giovani che, come dice Cerciello, «studiano o hanno studiato per fare bene questo mestiere, cioè quei giovani che studiano o hanno studiato per comprendere davvero le grandi motivazioni che sottendono quest’artigianato sempre più esclusivo, raro e prezioso che si chiama teatro … La scelta del Laboratorio dell’Elicantropo significa questo, significa cercare di perpetuare l’idea di un teatro MOTIVATO, non solo dal danaro e dalla gloria, ma dall’esigenza di dare senso politico, civile, sociale, etico, poetico, rituale e solidale al proprio essere “attori”».

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