La prigione dell’umanità, dal deep web al 4.0
2 min readIL NUOVO LIBRO DI LIVIO VARRIALE A METÀ TRA INCHIESTA GIORNALISTICA E SAGGIO, IL VOLUME ANALIZZA E MOSTRA I RISCHI DELL’USO SEMPRE PIÙ SPROPOSITATO DI INTERNET
Come una fogna, c’è una parte del web che esiste ma che noi non vediamo. E come una fogna nasconde insidie, brutture e un fascino sinistro.
Là, nella fogna, sguazzano topi di rete che trafficano qualsiasi cosa si possa vendere e comprare; e diversi mostri.
Quella della fogna non è l’unica metafora utile a descrivere il deep web, il lato oscuro della rete. Un’altra rende l’idea delle sue dimensioni: un enorme iceberg che si muove sotto la superficie di cui il clear, il web che tutti conosciamo, non è che la punta emersa.
Sott’acqua puoi trovare di tutto: liberi pensatori e spacciatori di droga, sicari e sognatori, chi lotta per un mondo migliore e chi vende bambini, aziende normalissime e trafficanti di armi. Anarchici e criminali.
Mentre su, nel cosiddetto clear web, si scatena una guerra condotta a colpi di app e nuove tecnologie, voluta da multinazionali decise a orientare i consumi acquisendo miliardi di dati e propinandoli tramite gli apparentemente innocui social network. Che mondo viviamo?
È il mondo che Livio Varriale (nella foto) ha deciso di analizzare in questo appassionato lavoro, frutto di un anno di esplorazione del deep web e di uno sguardo disincantato sul clear.
Romanzo, inchiesta giornalistica e saggio al contempo, il volume racconta, a partire da un’esperienza diretta, i pericoli che stanno sopra e sotto la superficie di Internet, il vero tiranno del nostro tempo.
Che, schermandosi dietro grafiche colorate e suggestivi viaggi virtuali, ci sta mettendo in gabbia.