4 Maggio 2024

L’importante ruolo del mezzogiorno d’Italia nel XXI secolo – Se pensiamo all’Italia meridionale, è quasi automatico collegarla all’arretratezza economica, alla criminalità organizzata e al clientelismo. L’idea del Mezzogiorno si è formata per una presunta mancanza di condizioni osservate nel resto del paese, come
l’esistenza di una classe di imprenditori, una società modernizzata e una politica efficace.
Non si tratta di negare l’arretratezza del Mezzogiorno in termini di variabili macroeconomiche, né le sue particolarità legate al percorso storico. Va notato, tuttavia, che a livello culturale prevalgono le rappresentazioni dell’Italia meridionale, che hanno rafforzato l’immagine di arretratezza nel corso dei decenni, al punto da costruire stereotipi.
Indubbiamente, l’adozione di questa immagine di ritardo ha incoraggiato l’inserimento di dati empiricamente basati in questo quadro, adattandoli e reinterpretandoli o, addirittura, omettendoli se appaiono incompatibili. L’idea stereotipata del Sud ha avuto effetti sostanziali. Non solo, ha spesso funzionato a scapito di una reale conoscenza dei punti di forza e di debolezza delle varie regioni meridionali, ma ha, anche, influenzato la definizione di problemi pubblici all’ordine del giorno e lo sviluppo di politiche.
Le osservazioni che sono state appena delineate, attribuiscono maggiore importanza se consideriamo le pressioni cui, nel XXI secolo, sono sempre più sottoposti i territori subnazionali, in relazione, da un lato, ai cambiamenti del sistema economico e al processo di ristrutturazione delle imprese e, dall’altro, al cambiamento del ruolo dello Stato e alla grande importanza dell’Unione Europea. La questione dello sviluppo del Mezzogiorno rimane, ancora oggi, cruciale per il destino dell’Italia.
Ma come interpretare questa complessa situazione socioeconomica? Ovvero, si deve dare maggior credito alla più tradizionale immagine del mezzogiorno italiano che dipinge il sud d’Italia come un’area in eterno ritardo, oppure, in modo più appropriato, analizzare le sfide del presente che ci invitano a ripensare agli strumenti utili per affrontare quella che molti sono soliti chiamare come la grande transizione?
La questione della crescita del mezzogiorno, in ogni caso, non è come analizzare le potenzialità che si possono fruire con online casino NetBet.
Nella letteratura socioeconomica, sono ben evidenziate numerose analisi aggregate dell’economia del Sud Italia che, di anno in anno, illustrano tanto progressi quanto battute d’arresto, in linea con le tendenze nazionali e, sempre più, internazionali. In altre parole, come spesso accade con le revisioni della situazione economica, questi dati diventano rapidamente obsoleti e sono aperti a diverse interpretazioni.

Se ci limitiamo a confrontare i dati macro del presente con quelli del passato, l’immagine che emerge non è cristallina. Dopo quarant’anni di politiche economiche specifiche, infatti, il divario tra il nord e il sud del paese rimane stabile, sia in termini di produzione di ricchezza e reddito, sia in termini di attrezzature di servizi e infrastrutture.
Tuttavia, seppure la distanza dei dati non sia stata colmata, sarebbe un errore dire che nulla è cambiato. Non per niente, diversi cambiamenti significativi hanno interessato il Mezzogiorno. In primo luogo, l’economia del Sud è ora naturalmente integrata nell’economia nazionale, mentre, anche all’inizio del XX secolo, i movimenti commerciali e migratori delle due macroregioni italiane erano abbastanza separati.
I flussi di manodopera e delle loro famiglie, che negli Anni Sessanta lasciarono le regioni meridionali per lavorare nelle fabbriche del Nord-Ovest, sono all’origine di una vera miscela della popolazione italiana, che fino ad allora non aveva avuto eguali nella storia.
Inoltre, gli stili di vita e i consumi sono diventati uniformi, anche se i redditi delle famiglie nelle regioni meridionali e la spesa non primaria come, ad esempio, quelle per la cultura e il tempo libero, rimangono più bassi. Sul piano economico, il processo di terziarizzazione è progredito molto rapidamente. Difatti, andando a concludere, stiamo assistendo a una sorta di lento spostamento della geografia della produzione industriale verso il Mezzogiorno, poiché diversi stabilimenti sono stati trasferiti in alcune province meridionali.

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