Il CEQ (consorzio extravergine di qualita’) ha presentato nel corso di un convegno dedicato al tema “fragranze dop-i nuovi consumatori ed il valore della comunicazione”, i risultati di una ricerca sulla percezione dei consumatori rispetto all’olio extravergine di oliva, realizzata con il contributo del ministero delle politiche agricole.

All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, il direttore generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agroalimentari del mipaaf emilio gatto, il presidente di monini spa zefferino francesco monini, ed il presidente ed il direttore del ceq elia fiorillo e mauro meloni.
I principali risultati della ricerca, realizzata in svezia, ucraina ed in parte anche in italia indagando su circa 500 consumatori, sono stati presentati da meloni, il quale ha spiegato che lo scopo dell’indagine e stato quello di “veicolare informazioni” sul prodotto e “capire la reale percezione e le intenzioni di acquisto” dei consumatori nei confronti dell’extravergine di oliva dop. il prodotto – ha evidenziato meloni, sulla base dei risultati della ricerca – ha una “penetrazione elevata nei mercati” presi in esame, nei quali sono “ben presenti” anche dop greche, spagnole e portoghesi, anche se la conoscenza dei marchi di qualita’ dop o igp da parte dei consumatori e’ risultata “molto bassa”, con una percentuale del 13%. la salubrita’ del prodotto e’ stata scelta dalla maggior parte degli intervistati come principale ragione dell’acquisto, ha precisato. in questo senso – ha aggiunto – bisogna lavorare sulla “educazione ai vantaggi nutrizionali e salutistici”, che rappresenta la “leva della categoria per spostare un asse di consumo dall’olio di semi a quello extravergine”. “le dop possono ancora dare tanto incoraggiando l’innovazione e la segmentazione verso l’alto, ha concluso meloni, precisando che “da sole non possono vincere una battaglia”.
L‘incontro di oggi – ha affermato fiorillo – serve a farci “ragionare su come riusciamo a rovinare l’immagine dell’extravergine italiano”. “siamo bravissimi a fare questo, ma siamo meno bravi a dare al mondo sensazioni e immagini di cio’ che veramente e’ questo prodotto”, ha aggiunto il presidente, sottolineando la necessita’, nel mondo dell’olio, di una “riflessione pacata e non ideologica sul tema”. “puoi fare la qualita’ migliore del mondo, ma se non viene percepita dal consumatore non e’ qualita'”, ha proseguito commentando i risultati della ricerca. “nel settore del l’olio e’ stata fatta un po’ di confusione” e bisogna “ricominciare daccapo un ragionamento complessivo, ricordandoci che siamo tutti sulla stessa barca e se qualcuno affonda andiamo tutti a picco”, ha continuato fiorillo, il quale ha poi ribadito l’importanza di “insegnare l’educazione alimentare nelle scuole elementari e medie”, proposta questa – ha ricordato – che avevo portato tempo fa all’attenzione della senatrice colomba mongiello. il presidente ha poi parlato dell’etichettatura a semaforo, che – ha detto – rappresenta una “mancanza di informazione seria”. “con una educazione alimentare di base sistemi come questi non porterebbero a niente”, ha asserito. fiorillo ha concluso il suo intervento lodando l’operato degli enti di controllo italiani, sottolineando che nel paese i controlli sull’olio d’oliva “sono tra i piu’ seri ed organizzati del mondo”.
Gatto ha analizzato le principali problematiche che interessano il comparto oleicolo, nel quale – ha detto – “c’e’ un mondo contrapposto, dove ogni parte porta avanti un sistema che contiene dei pezzi di verita'”. secondo il direttore generale del mipaaf “viviamo in un mondo creato dalla pubblicita'”, nel quale “la gente non ha voglia di informarsi” e “bisogna battersi per cambiare” lo stato delle cose, anche se questo comporta “un percorso lungo e tortuoso”. “l’olio e’ un comparto molto complicato ed altamente contraddittorio, nel quale le esigenze del mondo della produzione, della trasformazione e della commercializzazione collidono in maniera piuttosto evidente”, arrivando a creare forti conflitti d’interesse. “bisogna prima lavorare sulla valorizzazione del settore nel suo complesso, prima di arrivare a discutere di crescita delle denominazioni d’origine”, ha osservato gatto. quanto ai controlli alle frontiere il responsabile del mipaaf ha affermato che “alcuni parlamentari ed esponenti del mondo produttivo sostengono che i controlli sono risibili”. “convengo sul fatto che i controlli sul prodotto che viene dall’estero possono essere insufficienti”, ma ricordo a queste persone che noi possiamo contare solo sui mezzi che abbiamo, che “non sono infiniti”, ha fatto notare. al momento siamo arrivati ad avere una “buona conoscenza dei meccanismi fraudolenti che interessano il comparto” e “riteniamo di essere all’avanguardia in tema di controlli”, ha concluso gatto.
Il comparto oleicolo – ha asserito monini, facendo una disamina della situazione complessiva del settore – “e’ molto debole” ed il produttore piu’ sano “ha la broncopolmonite”, ha ironizzato. il comparto e’ inoltre caratterizzato da una distribuzione “che sta dimostrando a livello nazionale ed internazionale di approcciarsi all’olio extravergine solo a livello di comodity”, ha aggiunto. questa e’ “probabilmente la problematica piu’ rilevante dalla quale non riusciamo ad uscire”, salvo “rivedere il sistema delle categorie” dei prodotti e “creare delle condizioni in cui tutto sono obbligati a rispettare la nuova categoria dell’extravergine d’oliva”, ha aggiunto il presidente. “le regole sono fondamentali e la categoria extravergine deve essere rivista”, ha rimarcato. riprendendo il discorso della comunicazione e dell’informazione monini ha affermato di non credere che “i giovani d’oggi siano cosi’ distanti dalla percezione dell’olio di qualita'”. vedo al contrario una “grande attenzione al corpo, al fisico ed alla salute” da parte di ragazzi che “sono molto ben predisposti” verso l’argomento. “c’e’ un potenziale molto importante nel consumo visto in proiezione, che deve essere valorizzato, puntando proprio sulle caratteristiche salutistiche dell’extravergine d’oliva”, ha ribadito monini. “questa e’ la vera carta da giocare per il futuro”, in modo da “risollevare un prodotto che non puo’ essere banalizzato”. (ab)

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