1 Maggio 2024

 

Un decorso post operatorio rapido, la possibilità di intervenire laddove le tecniche tradizionali sono state inefficaci o inapplicabili e soprattutto un notevole miglioramento della qualità visiva: sono questi i vantaggi ottenuti con  l’utilizzo  di laser oftalmici ad altissima ed innovativa tecnologia, per la cura del cheratocono, una patologia dell’occhio che provoca la deformazione della cornea che si assottiglia e si incurva negli anni sempre di più verso l’esterno, portando ad una significativa riduzione della vista. Una tecnica, dicevamo messa a punto in tempi relativamente recenti dal Dr. Miguel Rechichi, Dirigente Centro Polispecialistico “Mediterraneo” di Cosenza che collabora attivamente con il Centro San Paolo Vision Care di Viale Kennedy a Napoli utilizzando in combinazione il Laser ad Eccimeri AMARIS Schwind con il Laser Avedro per Cross Linking: “Lobiettivo di questa tecnica”, spiega Rechichi, “è stato quello di sviluppare una chirurgia poco invasiva che consente di rinforzare e regolarizzare il tessuto corneale, riuscendo, nella maggior parte dei casi, ad evitare il trapianto. Inoltre”, continua, “poiché è una tecnica altamente customizzata, spesso può essere utilizzata sia in prima battuta sia con cornee che sono già state operate e stabilizzate ma che sono ancora molto irregolari e non consentono al paziente di avere unadeguata visione”. 

A determinare l’insorgere della malattia, fattori ereditari genetici e locali, come allergie o lo strofinamento di occhi già predisposti. Il cheratocono insorge soprattutto in età adolescenziale e l’astigmatismo ne è spesso un sintomo, mentre nelle fasi più avanzate si verifica solitamente un calo della vista non correggibile con gli occhiali.

Grazie a questa nuova tecnica è possibile intervenire con successo. Cosa si deve aspettare il paziente che si sottopone all’operazione, lo spiega il dottor Luigi Conti. Primario Oculistica Clinica “Villa Stabia” di Castellammare di Stabia: “Il paziente che si sottopone a questo tipo di intervento deve aspettarsi un miglioramento della qualità visiva sicuramente e che qualsiasi correzione ottica messa in atto dopo, ossia ad esempio una lente a contatto o a tempiale o anche intraoculare, gli garantisca una qualità visiva superiore a quella precedente allintervento”. 

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