2 Maggio 2024

“Siamo pronti a garantire i diritti civili alle coppie omosessuali, ma diciamo no alla pratica dell’utero in affitto”.

 

Lo ha detto il senatore Vincenzo D’Anna, portavoce del gruppo ALA (Alleanza Liberalpopolare-Autonomie), nell’intervista rilasciata a Enrica Agostini in onda su Rai News 24. “Bisogna trascrivere meglio e senza ambiguità l’articolo 3 e l’articolo della legge – ha precisato D’Anna – perché siamo sì favorevoli al riconoscimento dei diritti civili, ma occorre anche impedire quel barbarico strumento di sfruttamento della donna che è l’utero in affitto”. Sul versante politico “non siamo né responsabili per Renzi, né trasformisti – ha precisato D’Anna – siamo un gruppo di parlamentari che si richiamano ai valori della liberaldemocrazia”.
Con Renzi, ha aggiunto il portavoce di ALA “non c’è stato alcun baratto. Siamo nella minoranza, anche se abbiamo sostenuto le riforme costituzionali e sosterremo tutti quei provvedimenti che tengono all’ammodernamento dello Stato pauperistico, assistenziale e clientelare”.  Per quanto concerne l’Italicum, ha argomentato ancora: “ne chiederemo la modifica con il passaggio del premio di maggioranza alle coalizioni. Se così non fosse, non faremo i donatori di sangue per nessuno”. D’Anna ha poi accennato all’episodio che lo vide protagonista, un anno, fa del “litigio” con Berlusconi: “allora contestai al Cavaliere di aver messo il partito in mano alle sue badanti e di non essersi più comportato da leader, bensì da satrapo. Berlusconi è come la regina Elisabetta: non ha eredi. Ha capito che non può più vincere e vuol rifare un piccolo partito ancora più leaderistico riproponendosi con la veste candida di una compagine completamente rinnovata. Più gente va via, più lui è soddisfatto. Gente che poi va verso Renzi il quale, per come si pone, quando sposa tesi che un tempo erano care a noi, attira le simpatie ed il consenso di quella parte di ceto politico che una volta parteggiava per FI”. Sul versante impresentabili: “la sinistra – ha obiettato ancora D’Anna – mantiene il vecchio vizio di criminalizzare gli altri invocando per sé una diversità ontologica ed etica che alla prova dei fatti non esiste.
Eppure secondo Hegel nello Stato di diritto la morale risiede nella legge. E dunque chi è all’interno della legge ha tutti i requisiti morali per essere presentabile”. Capitolo amministrative: “Sono stato l’antesignano di un processo che poi si è sviluppato anche in sede nazionale. Un processo che tendeva a contestare il metodo di gestione che ha condotto allo sfaldamento di Forza Italia. Contestavo una gestione oligarchica di Caldoro e della ristretta cerchia che faceva capo a Francesca Pascale che ritenevo non conforme alle necessità di un partito così grande. Ecco perché ho preferito De Luca a Caldoro, in Campania. Ho preferito l’ex sindaco di Salerno per il piglio caratteriale, per il programma e per quella voglia che aveva di interpretare il cambiamento. Devo tuttavia mettere che fino ad oggi non ho visto granché. Soprattutto in Sanità, dove la tanto attesa rivoluzione copernicana ancora non è arrivata. In compenso stiamo assistendo ad una circumnavigazione intorno al manuale Cencelli”. E sulle elezioni comunali a Napoli: “aspettiamo le primarie del Pd. Noi interloquiamo con il partito, non certo con le singole persone.
Dunque aspettiamo, anche se non è detto che parteciperemo alle primarie. D’altronde, se dobbiamo disturbare le coscienze di qualcuno, meglio astenerci. Ma è anche vero che non possiamo fare le belle di notte. Quelle, cioè, che di sera ci vengono a chiedere i voti e poi di giorno ci si inventa la storia che siamo impresentabili”.

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