1 Maggio 2024

 A cura di Pasquale Guaragna

La corsa alla casa bianca sta per arrivare al termine.
Il prossimo 3 novembre gli americani esprimeranno la loro preferenza e sapremo chi sarà il nuovo POTUS. I cittadini statunitensi saranno chiamati a scegliere tra l’attuale presidente eletto Donald J. Trump per il fronte repubblicano, o l’ex vice presidente della amministrazione Obama, Joe Biden, storico repubblicano e veterano della politica americana.

Il recarsi alle urne rimarrà perlòpiù un gesto meraforico, data l’emergenza sanitaria che continua a devastare il continente americano, dove solo negli US si contano intorno alle 200000 vittime, circa un quarto dei morti da COVID-19 totali nel mondo (942000  Sources: NYTimes, Wikipedia,WHO).

Gran parte della popolazione statunitense infatti, nonostante la fervente opposizione di Trump e del partito repubblicano e grazie sopratutto alla spinta di molteplici governatori dei singoli stati americani, opterà per il voto via posta, per scongiurare focolai e assembramenti ai seggi.

La polemica della casa bianca basata sulla presunta inaffidabilità del USPS (il servizio postale statunitense) e secondo molti critici sarebbe volta a sfavorire il candidato democratico. Trump, come da lui spiegato su twitter, la piattaforma social preferita del leader, sembrerebbe preoccupato che un maggiore turnout durante l’election day potrebbe favorire i democratici. Uno studio della Stanford University tuttavia sottolinea come Trump sbagli a pensare che il mail-in voting possa sfavorirlo nella corsa elettorale, avendo infatti effetti sostanzialmenti imparziali sulla divisione dell’elettorato

Nonostante ciò fanno discutere le misure di risparmio che Louis Dejoy, il direttore generale del USPS e fedelissimo di Trump, è accusato dai democratici di aver implementato a ridosso delle elezioni, influenzando negativamente il servizio offerto dalle poste americane. Dejoy si è presentato la  settimana scorsa, per la seconda volta ,davanti al congresso a testimoniare riguardo investigazione che lo vede accusato, come riassunto dal Rep. Stephen Lynch il 24 agosto in una prima udienza , di aver smantellato di proposito, in poco meno di 60 giorni ovvero dalla sua nomina , un servizio essenziale non solo per gli americani, ma per la democrazia stessa.

“Durante la guerra civile la posta veniva consegnata in orario. Durante la prima guerra guerra mondiale la posta veniva consegnata in orario. Durante l’influenza spagnola, la grande depressione, la seconda guerra mondiale, la posta veniva consegnata in orario. Tutto ciò è cambiato, in un momento critico come questo, nel bel mezzo di una pandemia, poche settimane dopo la nomina di Dejoy. 

Come può una sola persona incasinare tutto in questo modo?”

-Stephen Lynch   –  Full Committee Hearing on “Protecting the Timely Delivery of Mail, Medicine, and Mail-in Ballots” Queste solo le forti parole con le quali il Rep. del Massachussetts  rivolge al  Postmaster General, che prontamente respinge le accuse, asserendo che qualunque intervento strutturale da lui impegato, fosse unicamente volto alla ricerca di una maggiore efficenza operativa.

Lo scorso lunedì,  riporta la CNN, a seguito della denuncia da parte di un gruppo di Attourneys General del fronte Democratico, arriva la prima sentenza storica di Stanley Bastian un giudice federale del distretto di Washington, che di fatto bloccherebbe, seppur temporaneamente, le modifiche apportate da Dejoy negli scorsi mesi. In un tweet  Bob Ferguson, che ha guidato la coalizione di A.G. democratici, dichiarà che è stata conseguita una vittoria cruciale per la difesa dell’USPS.

Bisognerà aspettare le prossime settimane per vedere gli effetti di questa sentenza, ma nel mentre rimane alta la preoccupazione tra l’elettorato statunitense, che causa pandemia, sembra sempre più incline al voto postale. Molti infatti ancora si chiedono: “I want my vote to count, but will they count my vote?” La sfida per l’USPS è aperta.

                                                                                              

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