dal 10 al 15 Novembre, con la regia e la presenza scenica di Franco Branciaroli
Siamo l’immagine che vogliamo dare di noi, siamo ciò che gli altri percepiscono di noi, fino a ritrovarci parte di quella stessa immagine chevolevamo proiettare. Il teatro di idee e di concetti di Pirandello è perfettamenterappresentato in una messa in scena fedele ai canoni originali dell’autore: il  pensiero e la parola vivono sopra l’azione di un palcoscenico spesso statico,ma sempre calamita per l’occhio del pubblico che entra nei meccanismi dellamenzogna, della realtà e della pazzia su cui gioca l’autore. Branciaroli siconferma un maestro della scena, capace di gestire il palcoscenico connaturallezza nonostante la complessità del personaggio. I lunghi monologhi egli intrecci narrativi nascono e vivono grazie alla sua recitazione agile ma allostesso tempo profonda, perfettamente supportata da un cast disegnato sumisura all’interno della trama. Viola Pornaro, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti, Valentina Viola, Tommaso Cardarelli e Giovanni Battisti Storti creano uno splendido gioco del doppio, tra il presente e la finzione del passato, in cui si alternano con preciso tempismo disegnando perfettamente le capacità, le ambizioni e i pensieri dei rispettivi personaggi. SebastianoBottari, Andrea Carabelli e Mattia Sartoni danno vita a una recitazionespontanea, volutamente più formale e giovanile – vero elemento di rotturadello spettacolo – rispetto al contesto quasi sacrale dei lunghi dialoghipirandelliani. Ne nasce una riflessione profonda sull’identità dell’individuo e lasua immagine all’interno del mondo, sul volto della realtà e gli inganni dellamente di cui facilmente, e talvolta deliberatamente, si può cadere preda. Unarappresentazione poco sperimentale e per questo convincente, che non badaalla novità scenica, quanto più al messaggio da voler mandare allospettatore