6 Maggio 2024

Il Terzo Settore a fianco dei più giovani – a cura di Ilaria Marciano. Bianchi, Fondazione Porfiri: “C’è bisogno di speranza. E noi vogliamo esserci”

La pandemia ha stravolto le vite di tutti. E forse, più degli altri, i giovani e i giovanissimi sono quelli che, in silenzio, hanno sofferto maggiormente. Didattica a distanza, socialità annullata, talvolta lontananza dai famigliari: sono solo alcuni degli aspetti che sono diventati quotidianità negli ultimi
due anni. Affrontati da tutti, sì, ma affrontati dai ragazzi in un’età in cui le domande sono tante, le risposte sono poche e le speranze ancora meno.
Ma non ci sono solo storie a tinte fosche. Perché ai giovani c’è chi ci pensa. “Tra gli obiettivi del 2022 c’è l’apertura di un centro giovanile sul territorio romano” dichiara Alessandro Bianchi, Presidente della Fondazione Porfiri, una onlus già operativa in Provincia. Continua:

“I centri di aggregazione, purtroppo, sono vittima dello stigma sociale, perché sono nati sulla scia della questione giovanile a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, periodo in cui il dibattito pubblico si concentrava sull’emergenza del periodo, legata in particolare a droga e criminalità”.

In particolare i primi provvedimenti che si materia di politiche giovanili, rientrano nell’ambito del Dpr 309/1990 – Testo Unico in materia di stupefacenti – e le leggi 45/1999 e 216/1991, entrambe legate al contrasto di spaccio e criminalità. Un contesto che suona ghettizzante ed è necessario andare oltre. I centri di aggregazione, difatti, sono uno spazio che si occupa del tempo libero di giovani e giovanissimi, e rappresentano uno strumento che abbraccia tutto il terreno su cui coltivare la lotta alla povertà educativa: socialità, istruzione, cultura, sport.
Il bisogno di socialità – spiega Bianchi – è un bisogno che fa intimamente parte della natura umana, e la pandemia ci ha dimostrato che non è una questione teorica, ma un’esigenza umana primaria. Prosegue: “Ci sono molti dati a supporto di questa tesi, soprattutto per quel che riguarda la fascia di età giovanile. Dopo un periodo così difficile, per noi come Fondazione, è importante esserci. Esserci concretamente, creando magari uno spazio in cui tutti sono i benvenuti, e tutti
sono liberi di essere sé stessi”.

Il Terzo Settore a fianco dei più giovani
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