1 Maggio 2024

La Regia è affidata a Guglielmo Ferro, mentre la rielaborazione drammaturgica è stata curata da Micaela Miano.

La messa in scena si apre offrendo al pubblico l’immagine di un Mastro Don Gesualdo seduto su quello che sarà il suo letto di morte, affaticato dalla malattia e devastato dalla solitudine, incapace di comunicare perfino con la figlia. In un dialogo continuo con il pubblico, Gesualdo Motta ripercorre i momenti più importanti della sua vita: l’ascesa da muratore rozzo e primitivo a ricco possidente attaccato ossessivamente alla “Roba”, i suoi denari e i terreni conquistati con il sudore della fronte.Ma il potere economico non riesce a farlo assurgere a rango di nobile, creando un ibrido: un buzzurro che impreca facilmente, allontanato e detestato sia dai poveri sia dai nobili, poiché non è facile valicare le rigide barriere sociali della Sicilia ottocentesca.
Enrico Guarnieri interpreta con naturalezza e precisione Mastro Don Gesualdo: un animo incapace di percepire la felicità e di donarla a quelli che ama, le sue scelte e i suoi comportamenti avvelenati da pregiudizi bui e asfissianti, e la cappa che avvolge il protagonista viene enfatizzata dalle pareti grigie e opprimenti della scenografia, che si aprono al centro per permettere la proiezione di immagini di campi illuminati dalla luna, di una casa devastata da un incendio, di spettri che popolano i ricordi del protagonista.
La sapiente regia di Guglielmo Ferro sottolinea i momenti salienti del capolavoro Verghiano e i principali protagonisti della sua vicenda: il matrimonio con Bianca Trao, interpretata dalla bravissima Francesca Ferro, nobile senza patrimonio che accetta di sposare il rustico manovale per interesse, rispondendo con tremore alle sue carezze e guardandolo per una vita intera con gelo negli occhi, la cinica e arrivista baronessa Rubiera interpretata da Ileana Rigano, il machiavellico e venale canonico Lupi interpretato sapientemente da Rosario Minardi, la serva fedele Diodata interpretata da Valeria Panepinto, l’unica che ama Mastro Don Gesualdo. Ed è proprio per lei e per i due figli mai riconosciuti l’ultimo pensiero di Mastro Don Gesualdo, dopo aver ripercorso alcuni spezzoni del suo cammino esistenziale. La rielaborazione drammaturgica di Micaela Miano, svecchia e dona chiarezza ai personaggi verghiani, rendendo la trama fruibile e avvincente. Bravi e convincenti anche gli altri interpreti: Vincenzo Volo, Rosario Marco Amato, Pietro Barbaro, Valeria Panepinto, Maddalena Longo, Giovanni Fontanarosa, Nuccia Mazzarà.

 

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