World Tour 2019 per Instabili Vaganti – Intervista

 

Instabili Vaganti inaugura il nuovo anno con la prima tappa del World Tour 2019, che toccherà ben sei paesi: India, Nepal, Tunisia, Uruguay, Cile, Stati Uniti e Svezia e che prevede la circuitazione degli spettacoli della compagnia accompagnati da workshop e conferenze nelle più prestigiose sedi teatrali dei paesi interessati.

 

La prima tappa del tour, tra fine gennaio e inizio marzo, toccherà due paesi asiatici: India e Nepal.

 

La compagnia in questi giorni si trova a New Delhi per il XX Festival Bharat Rang Mahotsav, organizzato dalla National School of drama, presso l’Abhimanch Auditorium, dove è andato in scena DESAPARECIDOS#43 l’11 febbraio, per poi replicare il 13 febbraio nella città di Mysore, sempre nell’ambito del Festival.

 

DESAPARECIDOS#43 sarà poi presentato al primo Festival Internazionale del Nepal, l’1 marzo nella città di Biratnagar, dove la compagnia terrà anche un workshop con artisti e attori locali, per sviluppare la tematica delle sparizioni forzate che hanno interessato anche questo paese, per poi chiudere il Festival a Katmandu il 4 marzo.

 

La tournée è sostenuta dalla Regione Emilia Romagna e dagli Istituti Italiani di Cultura di Mumbai e New Delhi.

 

Il Mezzogiorno, per l’occasione, ha intervistato la compagnia.

World Tour 2019 per Instabili Vaganti - Intervista

Come e quando nasce la compagnia Instabili Vaganti?

Instabili Vaganti nasce a Bologna nel 2004 dal sodalizio artistico tra me, Anna Dora Dorno, regista, performer, artista visiva e Nicola Pianzola, performer e drammaturgo. Nei primi anni di lavoro non avevamo una sede, ci sentivamo “Instabili” perché sempre in movimento e un po’ precari e “Vaganti” perché da subito abbiamo cominciato a girare il mondo. Queste due condizioni hanno determinato il nostro nome e il nostro destino. Abbiamo cominciato ad elaborare un nostro metodo di lavoro, concentrandoci soprattutto sull’indagine delle capacità espressive del performer e l’interazione con altre discipline e forme d’arte, tra cui il video, la musica dal vivo, le arti visive. Da subito abbiamo lavorato formulando dei progetti di ricerca internazionali in grado di coinvolgere artisti da tutto il mondo e all’interno dei quali sono nati i nostri spettacoli. Solo a partire dal 2009 abbiamo ottenuto uno spazio di lavoro, il LIV Performing Arts centre, che sulla base dei diversi centri per le arti performative in cui abbiamo lavorato in diversi paesi del mondo, racchiude questa nostra anima “instabile” e “vagante” ospitando realtà provenienti da paesi come Messico, Cile, India, Corea del Sud, Colombia, USA, etc. sia durante le tappe dei nostri progetti, sia in occasione del Festival Internazionale PerformAzioni, che portiamo avanti dal 2011.

World Tour 2019 per Instabili Vaganti - Intervista 2

Quali sono gli aspetti più importanti del vostro lavoro?

Il fulcro della nostra ricerca è il performer, che incarna con il suo agire scenico la capacità evocatrice del fare poetico e afferma la propria centralità fisica ed emotiva attraverso tecniche provenienti da differenti discipline che gli consentono di avere una padronanza estrema del proprio corpo e della voce. Il nostro lavoro coniuga etica ad estetica, impegno civile a sperimentazione artistica.

L’attenzione per gli aspetti visivi, l’interazione con i nuovi media, la capacità di lavorare in site-specific, sono tutti elementi fondamentali e che ci hanno consentito di passare in modo fluido ed organico attraverso forme e stili differenti creando opere artistiche capaci di attraversare spazi e luoghi diversi tra loro: siti di particolare interesse storico e architettonico, musei d’arte contemporanea, paesaggi naturali, grandi agglomerati urbani, luoghi in abbandono, e di intervenire con progetti specifici in contesti sociali problematici, come aree periferiche o ad alta criminalità, o inconsueti, come foreste incontaminate e villaggi remoti.

In questi ultimi anni un aspetto particolare è costituito da una sorta di connessione con il “viaggio”, uno spostamento costante del nostro punto di vista che risponde a quel sentimento di irrequietezza che ci spinge verso la ricerca costante di nuovi stimoli, spunti, e ci permette di instaurare una serie di contatti internazionali importantissimi per il nostro operato e di essere al tempo stesso “globali” e “glocali”.

World Tour 2019 per Instabili Vaganti - Intervista 3

Quali sono le tappe fondamentali della prima fase del world tour 2019 e in cosa consiste?

Il World Tour 2019 toccherà ben sei paesi: India, Nepal, Tunisia, Uruguay, Cile, Stati Uniti e Svezia e prevede la circuitazione degli spettacoli accompagnati da workshop e conferenze nelle più prestigiose sedi teatrali dei paesi interessati.

La prima tappa del tour, tra fine gennaio e inizio marzo, coinvolge due paesi asiatici: India e Nepal. Siamo partiti con lo spettacolo Il Rito, presentandolo all’International Theatre Festival del Kerala nella città indiana di Thrissur, come unica compagnia a rappresentare l’Italia. Lo spettacolo si inscrive nel più ampio progetto Stracci della Memoria, riconosciuto nel 2018 nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018 e sostenuto dal Mibac, un percorso di ricerca che ha come tema la memoria e l’attualizzazione delle tradizioni performative, che ha attraversato diversi paesi e coinvolto attori, artisti visivi, musicisti e performer provenienti da tutto il mondo. Abbiamo proseguito per New Delhi e Mysore con il XX Festival Bharat Rang Mahotsav, organizzato dalla National School of Drama, portando in scena DESAPARECIDOS#43, che sarà poi presentato al primo Festival Internazionale del Nepal, l’1 marzo nella città di Biratnagar, dove la compagnia terrà anche un workshop con artisti e attori locali, per sviluppare la tematica delle sparizioni forzate che hanno interessato anche questo paese, per poi chiudere il Festival a Katmandu il 4 marzo.  Inoltre sono in programma due workshop a Pune, in India, all’Università Lalit Kala Kendra e a Thespo.

La tournée è sostenuta dalla Regione Emilia Romagna e dagli Istituti Italiani di Cultura di Mumbai e New Delhi.

Durante la vostra tournée, lo spettacolo DESAPARECIDOS#43 ha un ruolo fondamentale.

DESAPARECIDOS#43 rappresenta il nostro impegno civile, da sempre caratterizzato da uno sguardo puntato sul mondo e sui fatti e gli eventi che muovono la nostra società globale.

Pur partendo da una tragedia messicana, quello della sparizione forzata dei 43 studenti di Ayotzinapa, avvenuta il 26 settembre del 2014 a Iguala, nello stato del Guerrero, lo spettacolo trascende il caso specifico per parlare in maniera universale della piaga delle sparizioni, che purtroppo ancora oggi affliggono diversi paesi del mondo.

Il ruolo che lo spettacolo ha in questa tournée ci viene costantemente ribadito dai commenti degli spettatori che al termine dello spettacolo invadono i grandi palchi dei teatri indiani che stiamo attraversando, raccontandoci casi di sparizioni di studenti avvenute in India, portando la nostra attenzione sui casi di sparizione che purtroppo interessano soprattutto i bambini.

È proprio in virtù della tematica affrontata che il festival internazionale del Nepal ha selezionato questo lavoro fra centinaia di proposte ricevute da tutto il mondo. Nella storia recente del Nepal si contano moltissimi casi di sparizioni.  Questo era proprio il nostro intento quando abbiamo deciso di strutturare in uno spettacolo la nostra azione globale in reazione alla vicenda di Ayotzinapa: unirci a quel grido di speranza e di richiesta di giustizia che stava attraversando il Messico in quel momento, ma anche unire le voci di tutte le madri che ancora aspettano il ritorno dei propri figli, dalle madri di Plaza de Mayo in Argentina, a quelle che ancora cercano i propri cari in Nepal e nelle regioni del Nord dell’India quali il Kashmir.

World Tour 2019 per Instabili Vaganti - Intervista 4

Tre aggettivi per descrivere la pièce

Globale, impattante, rivoluzionaria

 

Sito: https://www.instabilivaganti.com

Le foto dello spettacolo Il Rito sono di Melissa Inatteso e quelle di Desparecidos#43 di Paolo Porto.

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