29 Aprile 2024

sindacati Roma
“Profonda preoccupazione per l’incertezza sul futuro delle Camere di Commercio della Regione Lazio nonché sulle ricadute occupazionali che la riforma del sistema camerale proposta in questi giorni dal Governo”. La esprimono in una nota unitaria Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, rispettivamente segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.


“Oltre alla già pesante riduzione delle risorse derivanti dal taglio del diritto annuale, pari al 35% nel 2015, 40% nel 2016 e 50% nel 2017 – continuano i sindacalisti nella lettera – diversi sono i punti dolenti del riordino: la sottrazione della quasi totalità delle funzioni, ad esempio la semplificazione per l’avvio di attività, la promozione del territorio, l’accesso al credito, il supporto ai consorzi e all’internazionalizzazione, la tutela del ”Made in Italy”, la mediazione per la risoluzione delle controversie tra imprese e tra imprese e consumatori e utenti, la cooperazione tra le Istituzioni per l’attuazione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro; la dichiarazione di esubero del personale, nonostante il costo del lavoro sia poco superiore al 25%, valore assolutamente virtuoso nel panorama delle pubbliche amministrazioni italiane. Tutto tace – continuano i sindacalisti nella lettera – relativamente alla tutela dei posti di lavoro di circa 200 unità di personale di UnionCamere Lazio, delle Aziende Speciali e delle Società partecipate. Possiamo affermare che non vi è nesso di causa ed effetto tra la Riforma del sistema camerale ed il beneficio che ne trarrebbe l’economia”. “Le Camere di Commercio non gravano sulla spesa pubblica nazionale ma, al contrario, versano allo Stato i risparmi conseguiti con l’applicazione della spending review: la sola Camera di Commercio di Roma nel periodo 2013-2015 ha versato nelle casse statali oltre 7 milioni di euro ai quali si sono aggiunti i circa 2 milioni derivanti dall’attività sanzionatoria con riferimento alla sola annualità 2013. Forte è la convinzione – conclude la missiva firmata da Di Cola, Chierchia e Bernardini – che si stia preparando il terreno per una spartizione, tra le varie associazioni imprenditoriali di categoria, delle funzioni e del patrimonio camerale”.

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