4 Maggio 2024

Mostra ispirata ai documenti dell’Archivio storico del Banco di Napoli
Mercoledì 18 maggio, ore 11.30 – Museo Archeologico Nazionale, nella Sala del Cielo Stellato del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Piazza Museo Nazionale, 19), si terrà la conferenza stampa di presentazione, con visita in anteprima, della mostra Codex del fotografo casertano Antonio Biasiucci, che sarà poi inaugurata giovedì 19 maggio, alle ore 19, sempre al MANN.
La mostra, curata da Gianluca Riccio e promossa dalla Fondazione Banco di Napoli all’interno del progetto culturale ilCartastorie, presenta il lavoro nato dallo sguardo dell’artista sull’Archivio storico del Banco di Napoli, il più grande archivio storico bancario del mondo che, nelle sue 330 stanze, raccoglie un’immensa città di carte, 60mila faldoni e libri contabili custodi di 17 milioni di voci che raccontano le storie degli antichi banchi, svelando insoliti aspetti di economia quotidiana e centinaia di migliaia di vicende di personaggi più o meno celebri: un affresco vivo di Napoli e di tutto il Mezzogiorno, dalla metà del 1500 ai giorni nostri. Un tesoro di memorie catturato nelle fotografie di Biasiucci, che saranno esposte al Museo Archeologico (dal 20 maggio al 18 luglio). Alla mostra sarà poi affiancata l’installazione Moltitudini, allestita nella sede dell’Archivio a Palazzo Ricca (via dei Tribunali, 213). Alla conferenza stampa di presentazione di Codex parteciperanno, oltre ad Antonio Biasiucci e Gianluca Riccio, il presidente della Fondazione Banco di Napoli, Daniele Marrama, e il direttore del Museo Archeologico Nazionale, Paolo Giulierini.

Codex presenta al pubblico un’ampia selezione delle immagini realizzate da Biasiucci nel corso della sua permanenza negli spazi dell’Archivio tra l’estate e l’autunno del 2015. Si tratta di un ciclo di fotografie in bianco e nero di grandi dimensioni (110×137) in cui il fotografo casertano, concentrandosi sui voluminosi faldoni conservati nell’Archivio, giunge a trasfigurarne la nuda oggettività documentale e a svelarne l’intrinseca forza evocatrice e narrativa. Le immagini dei grandi faldoni, attraverso il processo di riscrittura visiva, assumono la forma mutevole di tasselli di un inedito skyline urbano, restituendo allo spettatore il profilo di un’antica quanto ideale città della memoria, costruita e sorretta dalla stratificazione delle storie e delle identità che lungo i secoli l’hanno animata e attraversata.

 

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