Il CEO dell’agenzia formativa campana ACIIEF: “Rendere GOL applicabile richiede un grande lavoro che non tutte le Regioni hanno messo in campo. Non sia l’utente finale a pagare”
NAPOLI – “Il programma GOL rappresenta una risorsa fondamentale per migliorare le competenze dei lavoratori e facilitare il loro inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro. Tuttavia, senza un’adeguata implementazione a livello regionale, rischiamo di vanificare tutti gli sforzi fatti finora. Non possiamo permettere che siano gli errori dei burocrati a smantellare la più importante azione di politica attiva per il lavoro mai avuta in Italia”. Sostiene la bontà dell’operazione PAR GOL Giovanni Mucciolo, imprenditore di lungo corso in istruzione e formazione, attualmente CEO dell’agenzia formativa ACIIEF, dopo che negli ultimi giorni il programma Garanzia Occupabilità Lavoratori è balzato agli onori della cronaca in quanto gli obiettivi prefissati sono ben lontani dall’essere raggiunti. In alcune regioni, addirittura, il programma non è mai partito: figurarsi quindi raggiungere gli obiettivi minimi imposti dal PNRR e di cui l’Italia deve dar conto all’Europa.
“Il programma GOL presenta evidenti criticità – continua Mucciolo – soprattutto nel dar seguito agli iter senza perdere pezzi per strada. Ma resta comunque la nostra migliore opportunità, se non l’unica, per rimettere in sesto l’intero sistema lavoro nazionale dove il gap tra richiesta e offerta di competenze continua a registrarsi imperiosa”.
“Quello che da esperto del settore posso constatare – bacchetta l’imprenditore – è che per rendere GOL davvero applicabile bisognava lavorare a livello regionale alacremente per rendere l’offerta attinente, appetibile e con qualifiche non solo altamente spendibili ma ottenibili in tempi relativamente contenuti. Capita invece che a funzionari virtuosi come quelli campani, che hanno avuto la volontà, il coraggio e la determinazione di riscrivere interamente i repertori per far sì che GOL potesse essere un’occasione per i nostri territori, si frappongano regioni in cui le stesse qualifiche che qui si conseguono in 300 ore possono essere conseguite dopo anni. Un controsenso, date anche le scadenze imposte a livello comunitario”.
“Dovevamo viaggiare uniti come sistema Paese, invece le nostre disuguaglianze probabilmente inficeranno una delle più grandi opportunità per invertire la rotta”, commenta amareggiato Mucciolo. “Finendo così per alimentare l’ennesimo grande gioco degli obblighi da adempiere per percepire un gettone minimo di presenza. La responsabilità delle Regioni è innegabile, così come quella del Governo che nel bel mezzo di un programma così complesso ha smantellato l’ANPAL che più di una volta si è fatta garante della possibilità di farcela. Non sia l’utente finale a pagare tutto ciò”.