3 Maggio 2024
Impatto green sul nostro futuro. Ne parliamo con Yari Cecere 1

Impatto green sul nostro futuro. Ne parliamo con Yari Cecere – a cura di Francesco Russo
Oggi parliamo del nostro Paese, e lo facciamo con un giovanissimo appassionato della filiera immobiliare: Yari Cecere. Classe 1994, inserito da Forbes tra i trenta Under 30 Europe nel 2019 e da Forbes Italia tra i 100 Under 30 del 2019, quotidianamente ricerca nuove soluzioni per il mercato del green rivolte alle aspettative del futuro.


Benvenuto Yari Cecere su Il Mezzogiorno. Cosa vuoi raccontarci della tua professione?

“Grazie a voi per l’interesse sull’argomento. La mia professione consiste nello sviluppo di complessi immobiliari che puntano a promuovere il tema della valorizzazione del territorio e della qualità urbana. Il nostro modello di business è in grado di coprire l’intera filiera infatti il nostro gruppo oggi ha internalizzato tutte le fasi del settore, dalla progettazione alla costruzione sino alla commercializzazione. Le nostre principali operazioni consistono in interventi di rigenerazione urbana infatti andiamo ad acquistare interi edifici dismessi, progettiamo e realizziamo, previa demolizione dell’esistente, attraverso un approccio innovativo, delle nuove green building e poi immettiamo le singole unità immobiliari sul mercato, prevalentemente quello residenziale. Lo sviluppo immobiliare spesso non viene visto come un settore manifatturiero ma di fatti lo è, ma con tante difficoltà aggiuntive infatti la “produzione” degli edifici non avviene all’interno di fabbriche ma in centri urbani e questo comporta enormi difficoltà logistiche. Inoltre, diversamente dal settore manifatturiero puro, il nostro settore è vincolato al clima e tante lavorazioni non possono essere eseguite in caso di cattivo tempo (un po’ come bel settore dell’agricoltura). Quindi una produzione molto complessa.”


Che consiglio daresti a chi vuole entrare a far parte del mercato in crescita della bioedilizia?
“Il consiglio che mi viene da dare sempre è quello di aggiornarsi continuamente, viaggiando e studiando. Il nostro settore per tradizione è stato sempre molto restio si cambiamenti è sempre più lento di altri. Anche la transizione ecologica è tardata ad arrivare ma finalmente si comincia a capire l’impatto che gli edifici hanno sull’ambiente. Molto spesso i “costruttori” tradizionali sono fermi sui loro processi ed apportare delle innovazioni li spaventa. Se vogliamo innovare ed essere vincenti in questo mercato penso sia necessario essere dotati di un’enorme dosa di curiosità.”

Molte persone presumono che un progetto verde costerà di più, confermi che è così o puoi dire che si tratta di una dichiarazione falsa?
“In linea di massima adottare un processo green già dal cantiere, per realizzare un prodotto che rispetti l’ambiente, comporta costi maggiori. Purtroppo i benefici economici dovuti dai minor costi di gestione vanno solo a beneficio degli utenti finali senza considerare il beneficio ambientale che va a beneficio di tutti noi. I costi lievitano già dalla gestione degli scarti del cantiere perché lo smaltimento regolare ed eventualmente il recupero comporta costi molto esosi. Inoltre, adottare delle migliore termoisolanti sulla struttura, dall’isolamento del foro finestra a quello dei solai e delle pareti, incrementa i costi di materiale e di manodopera in maniera esponenziale. Infine ci sono i costi degli impianti che sono sempre la nota dolente e che incidono davvero tanto sui budget di un cantiere.
Purtroppo gli operatori di questo settore tendono ad avere una visione temporale molto breve e vogliono massimizzare i profitti su ogni singolo intervento andando spesso a discapito della qualità e dell’ambiente. Questo è dovuto dal fatto che le aziende poche strutturate e che non hanno competenze di marketing
appropriate e che non sanno comunicare né dialogare con il mercato, non riescono a chiedere prezzi lievemente superiori alla media del mercato e quindi recuperare parte di quei costi per l’adozione di questi standard costruttivi più green perché non riescono a comunicare al mercato i benefici che questo avrebbe
ad acquistare una casa realmente green nonostante il prezzo più alto iniziale. Altre volte incide il fattore che parecchie imprese acquistano suoli o edifici a prezzi troppi alti e quindi hanno margini troppi stretti che non permetterebbero di incentrare i costi e rischiare di fare default.”

Impatto green sul nostro futuro. Ne parliamo con Yari Cecere


Quali sono le principali caratteristiche di un edificio certificato?

“Vi sono tante certificazioni che possono attestare l’efficienza energetica di un edificio ma tutte tendono a valutare principalmente l’isolamento dell’edificio ed in particolare modo di quanto questo sia in grado nei periodi invernali di trattenere il calore senza dispersioni e viceversa, quanto consumano gli impianti di riscaldamento e raffrescamento e da quali fonti di energia si alimentano ed in che percentuali. Oggi è diventato fondamentale l’impiego di fonti di energia rinnovabile e si va via via riducendo l’impiego di fonti di energia fossile (gas in particolare).”


Come descriveresti le tendenze future in Italia che interessano gli immobili residenziali e quelli commerciali?

“Con l’avvento del COVID il mondo è cambiano e con esso anche il modo di “abitare”. Basti pensare che solo due anni fa, nelle principali città italiane, il taglio medio delle case era al di sotto dei 70/80 Mq e il trend andava sempre verso case più piccole, facili da gestire ed essenziali in tutto. Nel giro di pochi mesi il trend si è invertito ed oggi si cercano case di nuovo grandi, con spazi per lo Smart working ed ampi terrazzi. Le famiglie ricercano sempre più il comfort e la tecnologia e per la prima volta la domotica comincia ad essere uno “strumento” diffuso e non più solo per pochi appassionati. Ritengo che nei prossimi anni anche gli edifici avranno il compito di diventare cognitivi e quindi non solo le singole abitazioni. Saranno in grandi di interagire sempre più con gli abitanti e adattarsi alle loro esigenze. Dovremmo apprendere dal mondo delle automobili dove attraverso l’automazione è possibile conoscere qualsiasi anomalia, prevenire i guasti e
memorizzare le abitudini di guida. Noi come azienda siamo già a lavoro per perfezionare i cognitive building infatti i nostri edifici sono strutturati e progettati secondo lo stile alberghiero, dove gli ingressi e le parti comuni sono molto accoglienti e curate e vi è la presenza di Desk e monitor che sono in grado di
comunicare con gli abitanti e rappresentare i consumi dell’edificio, il meteo e il tg, eventuali guasti ai sistemi di raccolta acqua e far visionare la video sorveglianza interna. Anche gli accessi sono automatizzati infatti attraverso la domotica dei singoli appartamenti riusciamo a gestire e controllare anche gli accessi
condominiali all’utilizzo di chiavi o radiocomandi. Infissi attraverso la video sorveglianza è possibile accedere alle autorimesse con il riconoscimento delle targhe.”


Quali sono le aspettative sul futuro? Vedi grandi differenze tra paese e paese nel processo Going green?
“È inevitabile dire che la transizione ecologica deve essere manovrata e gestita in primis dalle istituzione che hanno un ruolo predominante. Il nostro continente sta investendo tanto negli ultimi anni nel processo green e ritengo che sia quello più avanti tra tutti i continenti. Tra i paesi europei più green ritengo ci siano quelli dell’estremo nord ovvero Islanda , Danimarca e Norvegia che hanno preso a cuore l’ambiente già molti anni fa, realizzando infrastrutture pubbliche quasi del tutto autoalimentate già molti anni fa, basti pensare alla È la Copenaghen International School rivestita solo da fotovoltaico… un vero esempio di architettura green. Mi aspetto che nei prossimi 10-15 anni gran parte degli edifici saranno in grado di autoalimentarsi attraverso fonti di energia rinnovabile in questo modo potremmo ridurre le emissioni di C02 di quasi un terzo.”

Impatto green sul nostro futuro. Ne parliamo con Yari Cecere
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