2 Maggio 2024

Un fondale di Salvador Dalì traccia la linea di questo viaggio che si snoda attraverso contorsioni mozzafiato, corpi che fluttuano incuranti della forza di gravità, acrobatici virtuosismi sospesi nel vuoto, costumi piumati e molteplici elementi simbolici. Questo è il leit motif di “La Verità” uno spettacolo scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca, in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 13 Dicembre. L’origine di questo spettacolo risale ad una telefonata ricevuta da Finzi Pasca la sera di Natale del 2010: un fondale dipinto da Salvador Dalì durante gli anni ’40 a New York per la sua versione surrealista del “Tristano e Isotta” di Wagner (“Tristan Fou”) era stato scoperto chiuso in una cassa nel deposito del teatro, e la Fondazione Dalì rivolge proprio a Finzi Pasca l’offerta di utilizzarlo per un suo spettacolo. Un’opera imponente. 9 metri per 15, realizzato mettendo insieme una ventina di teli: i contemporanei di Dalì lo avevano giudicato “troppo imponente”, ma per Daniele Finzi Pasca “E’ stato un regalo di Natale. Un fondale enorme, di una bellezza mozzafiato. Un vero Dalí in scena”. Così afferma il regista, aggiungendo che tutto il mondo avrebbe pensato ad un falso. Sul mastodontico telo le figure di Tristano e Isotta si stagliano imponenti: i loro corpi vengono raffigurati come tronchi di alberi, simbolo della foresta che fu la location del loro amore clandestino. Il volto di Tristano è un soffione: ricorda uno spermatozoo, come spiegano gli attori in scena. Un velo bianco traccia un drappeggio che, partendo dalla sua spalla, si lascia cadere a terra, e poco sopra due alberi intrecciati, quelli che la leggenda narra siano cresciuti, dopo la morte dei due amanti, nel luogo in cui solevano incontrarsi i due. La formica, simbolo di morte, cammina sul braccio di Tristano e la lunga ombra del prode cavaliere che si staglia sulla spiaggia, sottolinea il triste epilogo dello sventurato amore che vedrà morire prima Tristano, ingannato, e poi Isotta la Bionda, addolorata. E da qui che nasce la scrittura di Finzi Panza. Ogni pennellata di Dalì si trasforma in una acrobazia, e le surreali coreografie vengono affidate a 14 straordinari artisti. I vari elementi si combinano dando vita ad un risultato eccezionale: Daniele Finzi Pasca rende magnificamente vivo l’universo onirico dell’artista spagnolo creando una commistione di generi e storie, incatenate in un nonsense e permeate di un simbolismo fedele all’arte di Dalì. Con Moira Albertalli, Erika Bettin, Jean-Philippe Cuerrier, Stéphane Gentilini, Andrée-Anne Gingras-Roy, James Kingsford-Smith, Francesco Lanciotti, David Menes, Marco Paoletti, Felix Salas, Beatriz Sayad, Rolando Tarquini.

 

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