29 Aprile 2024
CORONAVIRUS. REALTÀ E SPERANZA UN'INVOCAZIONE AL PADRE

Nel racconto ” Coronavirus. Realtà e speranza. Un’invocazione al Padre” di Padre Edoardo Cibelli l’autore fa emergere, da un lato, le restrizioni e le limitazioni che il propagarsi del coronavirus ha generato oggi nella vita di molte persone, soprattutto italiani, dall’altro, le riflessioni del protagonista, il quale ravvisa un desiderio insopprimibile di spiritualità e di speranza che è radicato nel cuore di ogni essere umano e che non può mai essere spento, neanche dal pericolo generato da una pandemia.

Questo testo rappresenta una forma di accompagnamento spirituale rivolta a tutti gli italiani che stanno vivendo il dramma della quarantena. Per questo motivo si compra solo online; è stata una scelta voluta, per far sì che fosse accessibile a tutti… Attraverso il protagonista, un giovane napoletano che studia economia a Milano, ha cercato di far emergere quel vissuto esistenziale che accomuna un po’ tutti noi in questo periodo.. l’isolamento può diventare una possibilità per riscoprire l’importanza del nostro rapporto con Dio, con gli altri, con noi stessi. Quasi come un Leitmotiv ripete nella trama del racconto questa espressione che l’autore ha coniato: ” l’assenza è preludio di nuova presenza”: «La privazione vissuta in questo tempo di quarantena può essere gravida di speranza se lo vogliamo, non perché siamo protagonisti nel teatro dell’assurdo, ma perché ci riscopriamo come sognatori d’Infinito: nel cuore umano è insito il desiderio di andare sempre oltre ogni ostacolo che ci separa dalla felicità. Una felicità onninclusiva e coinvolgente, che può essere riconosciuta quando si ha fede in Dio e ci si impegna a incarnare ogni giorno il suo amore». «Quanti progetti, sogni, desideri di felicità portiamo nel cuore! Spesso sono assopiti, oppure schiacciati dal peso di altre cose più urgenti da fare. Nella corsa della vita non abbiamo mai il tempo di fermarci un po’ con noi stessi e con Te, o Padre, per recuperare la giusta misura di noi stessi, per fare tesoro del momento che passa e che passando ci riempie il cuore di gioia».

Nel racconto l’autore sviluppa una teologia narrativa, che si racconta attraverso le riflessioni del protagonista: egli vive la solitudine come speranza di un nuovo incontro, occasione privilegiata per riqualificare le proprie relazioni, tempo favorevole per amare gli altri e per riscoprire che l’umanità si esprime in tanti modi diversi, anche sotto il segno della propria sessualità e gestualità. L’isolamento non deve essere solo una scelta “obbligata”, ma “voluta” per amore verso gli altri: “non esco di casa, perché mi prendo cura di te, che sei più fraile”; “rinuncio alle mie abitudini per preservare un bene più grande”: se viviamo così questo tempo, potremo farne davvero occasione di grazia e di amore.

CORONAVIRUS. REALTÀ E SPERANZA UN’INVOCAZIONE AL PADRE di Edoardo Cibelli, Effatà Editore.

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