2 Maggio 2024

“La riforma sugli appalti che andrà al Senato la settimana prossima renderà vincolanti i provvedimenti dell’Autorità Anticorruzione: fino ad oggi, infatti, l’ANAC poteva solamente segnalare un illecito, ma non aveva strumenti per obbligare la pubblica amministrazione ad allinearsi alla legalità. La nuova normativa permetterà inoltre di rompere quei rapporti anomali che spesso vengono a crearsi tra amministrazioni e imprese”. Lo ha detto Michele Corradino, commissario dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, nel corso del forum “Lotta alla mafia ed alla corruzione negli appalti pubblici – Il ruolo del giudice amministrativo”.

“Spesso è l’inefficienza della pubblica amministrazione a favorire il diffondersi dell’illegalità: da lì occorre partire per invertire la rotta, a partire dalla semplificazione dei procedimenti amministrativi”, ha sottolineato Pietro Russo, presidente Confcommercio Imprese per l’Italia della Provincia di Napoli. “La magistratura interviene per reprimere ma non può rimuovere le cause che producono la patologia criminale, questo è un compito che spetta alla politica e alla p.a.: il sistema degli appalti deve essere reso più veloce ed efficiente perché i cittadini hanno diritto ad ottenere opere pubbliche e servizi e le imprese ad essere pagate in tempi ragionevoli”.
Secondo il presidente del Tar Campania Cesare Mastrocola, “quando si conclude un grosso appalto pubblico e nessuno dei concorrenti lo impugna, è necessario drizzare le antenne perché in tal caso ci potrebbe essere stato un accordo, sia con le imprese che con la pubblica amministrazione”.
“Con il nuovo codice degli appalti si è ampliata la sfera di persone su cui fare accertamenti e sono aumentate le situazioni spia da verificare – ha evidenziato il prefetto di Napoli Gerarda Pantalone – Quando il prefetto fa un’interdittiva antimafia si pone il problema di conciliare le cautele con i servizi essenziali per i cittadini”.
In conclusione, Giovanni Colangelo, procuratore della Repubblica di Napoli, ha posto l’accento sulla necessità di “modifiche necessarie per rendere tempestivo l’intervento della magistratura: la giustizia penale fa interventi repressivi, ma il complesso dell’azione giudiziaria deve essere tale da rendere più difficile la commissione di questi reati”.
Alll’incontro sono intervenuti Sergio De Felice, consigliere di Stato; Giampaolo Corciulo, consigliere TAR Campania; Francesco Paolo Sisto, presidente Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati; Paolo Del Vecchio, avvocato dello Stato; i legali Cristina Lenoci, Antonio Lamberti, Lorenzo Lentini; Marco Di Lello, segretario Commissione Parlamentare Antimafia.

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