“E’ necessario supportare le aziende sequestrate alla criminalità organizzata e tutelare i lavoratori in esse impiegati: l’obiettivo deve essere quello di creare condizioni di accesso al credito e di operatività che consentano il rilancio di queste imprese. Assumo l’impegno di assegnare una priorità alla lavorazione delle pratiche di cassa integrazione avviate nei confronti dei lavoratori delle aziende confiscate, mi sembra un intervento ampiamente giustificato dalla specifica situazione”. Lo ha detto Enrico Morando, viceministro dell’Economia e delle Finanze, intervenendo al Terzo Congresso Nazionale dell’INAG, l’Istituto Nazionale Amministratori Giudiziari, presieduto da Domenico Posca.
“Il rischio che bisogna assolutamente evitare – ha continuato Morando – è che molti continuino a concludere che con la mafia si lavora e con lo Stato si chiude. Allo stato delle cose, certo, c’è molto da fare, innanzitutto attraverso l’innovazione legislativa, e su questo c’è in atto uno sforzo di governo e Parlamento”.
“Il ddl sui beni sequestrati va migliorato – ha evidenziato Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia -, ma giudico positivi alcuni elementi come la presenza di una maggiore distinzione concettuale tra gestione patrimoniale e gestione aziendale dei beni oppure la modifica sull’articolo 35 sugli amministratori giudiziari, che devono essere scelti con criteri di trasparenza nonché di corrispondenza professionale con la natura del bene sequestrato.Il sostegno da parte delle banche è fondamentale, naturalmente a determinate condizioni. Credo sia importante – ha sottolineato Roberti – istituire l’albo degli amministratori giudiziari e attuare l’anagrafe dei beni confiscati. Sono troppo lunghi i tempi che vanno dal momento della confisca a quello del sequestro del bene: tempi che possono essere ridotti attraverso l’interazione tra amministratori giudiziari, autorità giudiziaria e agenzia nazionale”.
“Chiediamo a governo e parlamento di valutare le proposte elaborate dagli amministratori giudiziari”, ha sottolineato Domenico Posca, numero uno dell’INAG. “Occorrono sgravi contributivi per regolarizzare i lavoratori a nero delle imprese sequestrate. Inoltre la gestione degli immobili andrebbe affidata a un soggetto pubblico professionale, come un fondo immobili confiscati, che eviti il loro abbandono; e i fondi FUG confiscati devono essere messi a garanzia di interventi bancari a sostegno delle aziende.Queste imprese – ha concluso il presidente degli amministratori giudiziari – devono diventare presidi di legalità democratica ed economica. Si tratta di un’opportunità che non può essere sprecata”.