E’ stato un emozionante e travolgente James Dean in quattro roventi serate al TeatroSophia di Roma, e lo rivedremo presto in scena con questo testo griffato Antonio Mocciola che lo vede sempre completamente nudo, dall’inizio alla fine, al cospetto del suo amante-aguzzino, Marlon Brando. Abbiamo incontrato Manuel Novarini, talentuoso attore milanese, per una breve intervista

“Trattami bene” ti vede nei panni di James Dean. Che percezione avevi di questo personaggio, prima di interpretarlo? Ed é cambiata?

Ho sempre avuto un ottima opinione di James Dean, sia per il suo talento unico nella recitazione sia per il suo immenso carisma e voglia di rompere le regole.

Mi sono sempre un po rivisto in lui, soprattutto nel suo lato interiore, la sua fragilità, la sua sensibilità, il suo lato ribelle e rivoluzionario, i suoi problemi con l’alcool dovuti ad un’ infanzia tormentata. Attraverso lo studio di questo personaggio è cambiata la percezione che ho di me stesso, ho avuto la possibilità di scoprire lati che non conoscevo di me, diciamo che è stato un immenso regalo lavorare su questo personaggio.

Lo spettacolo affronta, tra gli altri, il tema della solitudine e della manipolazione psicologica. E’ stato difficile entrare in questo “mood”? Tu ti sei mai sentito solo o “usato”?

E’ stato molto difficile, perché so cosa si prova, e rientrarci è stato difficile e a tratti spaventoso, ho rivissuto alcuni momenti difficili della mia vita, dove la mente aveva preso il sopravvento totale su di me.. ho avuto relazioni amorose turbolente e manipolatorie, e più che usato non mi sono mai sentito amato davvero da qualcuno. Quindi si, è stato tosto ma liberatorio

 Lo spettacolo ti ha visto in scena a Roma negli intimi spazi di Teatrosophia. E’ stato difficile recitare per un’ora, completamente nudo, col pubblico che si trova a un centimetro dal tuo corpo, dalla tua voce?

Inizialmente abbastanza , anche perché l’ambiente non era proprio caldo, quindi l’imbarazzo iniziale era molto, si sa quando fa freddo, le parti basse dormono, piu che altro verso Marlon, non volevo vedesse la parte intima in imbarazzo, ma aldilà di questo, in realtà stare nudo davanti ad un pubblico mi faceva sentire potente, io ho le palle di farlo e voi le avreste?


Il fatto che il tuo compagno di scena, Simone Sabia, fosse invece sempre completamente vestito (tranne nel finale) ha acuito il tuo disagio, o ha reso ancora più potente la tua nudità?

Non saprei rispondere, anche perché in scena io non vedevo Simone ma Marlon. Quindi la situazione era eccitante.

Una domanda che può essere utile agli attori che si stanno approcciando ora al mestiere: Che tipo di lavoro tecnico e psicologico hai fatto per superare l’imbarazzo di un’esperienza del genere? La consigliesti ad attori che magari sono a disagio col proprio corpo? Puoi descriverci la sensazione che hai provato quando nei primi secondi, la prima volta, ti sei trovato nudo davanti al pubblico? Percepivi il pubblico o sei riuscito ad astrarti? E’ cambiato il rapporto col tuo corpo dopo questa esperienza che di solito si vive in privato e che nel tuo caso è stata pubblica?

Mi sono ascoltato. Ascoltavo l’imbarazzo, ascoltavo l’eccitazione, ascoltavo l’ansia. Ascoltavo i miei difetti, Ascoltavo e agivo. Le tecniche di recitazione possono aiutare molto, ma devi trovare la tua attraverso la meditazione e l’ascolto della tua parte più nascosta. Perché stai facendo o vuoi fare questo mestiere? Questa è la domanda che ti devi fare secondo il mio umile parere. Ti mette in imbarazzo fare qualcosa allora buttati e fallo! È rischioso ? Si ma ti rende libero! Ti permette di conoscere te stesso.

Alla fine io credo che siamo su questo pianeta per conoscerci e aiutare gli altri a conoscersi, come diceva la mitica Stella Adler “la crescita come attore e la crescita come essere umano sono sinonimi”, questo mestiere non puoi farlo se non intraprendi un percorso interiore oltre alla “tecnica” la tecnica è sicuramente utile ma la conoscenza profonda è quella che ti regala la verità. Conosci te stesso e conoscerai il mondo. Buttatevi, sbagliate, quando quella vocina interiore vi parla ascoltatela, e allo stesso tempo abbinatevi la mente, trovate un equilibrio in queste due parti e agite.

Ovviamente se una cosa non vi va e non vi sentite di farla non fatela, ma se è difficile o avete paura ma sentite dentro di voi che potrebbe essere utile per la vostra evoluzione, buttatevi! E un altro aspetto importantissimo se non il più importante è la GRATITUDINE. Siate grati alla vita. Siate grati soprattutto ai momenti difficili che vi regala, se li vedete come insegnamento e non come “sfortuna” fate immensi passi in avanti senza rendervene conto ! Affidatevi a questa intelligenza più grande, fidatevi che vi porterà alla vostra missione!

Checché se ne dica, uno spettacolo di nudo integrale (di cui Antonio Mocciola è uno dei capostipiti, ottenendo numerosi riconoscimenti) non lascia mai indifferenti: prima di approcciarti a questo tipo di allestimento, hai avuto perplessità? Da pubblico hai visto mai esperimenti del genere, e avresti mai pensato di esserne un giorno protagonista?

Appena mi è stato proposto il ruolo sono rimasto un attimo spiazzato sicuramente, ma tanto tanto incuriosito ed entusiasta, avevo proprio voglia di affrontare questo imbarazzo, di mettermi in gioco, l’ho presa proprio come opportunità per la mia crescita attoriale e come essere umano. Alla fine il pene ce l’ abbiamo tutti! Questo ho pensato per darmi la carica… a parte gli scherzi… qualche perplessità l’ho avuta sicuramente, ma era molto più forte la voglia di interpretare un ruolo così rischioso e difficile e vedere se ne ero all’altezza. Una sfida con me stesso, ecco. Sono sempre stato un mix di coraggio e timidezza, li ho sempre portati in una linea parallela, nessuno prevaricava sull’altro, credo che questa sia una mia arma vincente. Prima di fare questo spettacolo non ho mai visto attori nudi in scena da spettatore, e no, non pensavo che un giorno ne sarei stato il protagonista, ma la vita è bella proprio per questo, ti regala sorprese che stravolgono i tuoi obiettivi, forse a questo punto è corretto avere degli obiettivi? Vi lascio con questa domanda.

 

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