Il 31 gennaio tornerà in scena a Napoli, a Salotto RosAnto, con un lavoro che promette scintille. Abbiamo incontrato il protagonista Eduardo D’Orsi, per una breve intervista

Vanini, un ateo al rogo” è un testo scritto e diretto da Antonio Mocciola, come é nata la vostra collaborazione?
 
La nostra collaborazione è nata quasi per caso.
Vidi “Adolf prima di Hitler” e ne rimasi colpito,cercai poi Antonio sui social,organizzammo un incontro e da lí è nata una bella amicizia finita poi in collaborazione.

Lo spettacolo affronta, tra gli altri, il tema della solitudine e della disobbedienza. E’ stato difficile entrare in questo “mood”? Tu ti sei mai sentito solo?

La solitudine è la condizione naturale umana: nasciamo soli e moriamo soli. Il subirla o non riuscire a fare pace con questa realtà spetta al singolo individuo.
So di essere solo,ma non sono vittima di questa condizione. Almeno non sempre.
La disobbedienza è già parte della mia indole. Essendo una persona irruenta mi è molto difficile accettare regole o leggi che non mi stanno particolarmente bene.

Lo spettacolo ti ha visto in scena a Napoli, negli intimi spazi di Salotto Sommer. E’ stato difficile recitare per un’ora, completamente nudo, col pubblico che si trova a un centimetro dal tuo corpo, dalla tua voce? 

È stata un’esperienza molto divertente.
Come andare in un luna park.

Una domanda che può essere utile agli attori che si stanno approcciando ora al mestiere: Che tipo di lavoro tecnico e psicologico hai fatto per superare l’imbarazzo di un’esperienza del genere? La consigliesti ad attori che magari sono un disagio col proprio corpo? Puoi descriverci la sensazione che hai provato quando nei primi secondi, la prima volta, ti sei trovato nudo davanti al pubblico? Percepivi il pubblico o sei riuscito ad astrarti? E’ cambiato il rapporto col tuo corpo dopo questa esperienza che di solito si vive in privato e che nel tuo caso è stata pubblica?

Fortunatamente non ho avuto imbarazzi di alcun tipo.
Ma non è una cosa che consiglierei a chi non è a proprio agio nella sua pelle.
Un attore deve prima trovare piacere,controllo e accettazione del proprio corpo,che fa parte del proprio essere nella sua totalità,e poi è pronto per andare in scena o affrontare lavori di un certo spessore.
Poi,giustamente,ci sono attori e attori e ci sono persone e persone e ognuno potrebbe reagire in maniera diversa.
La prima sensazione davanti al pubblico è stata di divertimento: era un’esperienza nuova,con nuove energie che si scatenavano, e ho semplicemente cavalcato l’onda senza astrazioni.
Il rapporto col mio corpo non è cambiato.

Checché se ne dica, uno spettacolo di nudo integrale (di cui Antonio Mocciola è uno dei capostipiti, ottenendo numerosi riconoscimenti) non lascia mai indifferenti: prima di approcciarti a questo tipo di allestimento, hai avuto perplessità? Da pubblico hai visto mai esperimenti del genere, e avresti mai pensato di esserne un giorno protagonista?

Piú che perplessità ho avuto la curiosità di provare quest’esperienza.
Poche volte ho visto spettacoli di nudo e si,conoscendomi,sapevo che prima o poi avrei fatto un’esperienza del genere.
Mi sono divertito molto.

 

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