2 Maggio 2024

Una società che non conserva il culto dei morti fra i suoi valori spirituali più preziosi, non merita di sopravvivere : questo il messaggio lasciato da Ugo Foscolo nel suo Carmen, “I sepolcri” . L’uomo per sperare di sopravvivere deve fare in modo di lasciare un ricordo di sé, una “corrispondenza di amorosi sensi” per proiettare, come è stato per Nazareno Strampelli, la propria presenza oltre la morte.-

E la presenza di questo grande scienziato vive in ogni angolo del mondo, vive attraverso le sementi che ha lasciato come eredità al genere umano, vive soprattutto nei terreni della campagna reatina da lui utilizzati per le sue ricerche.-

Tornando al culto dei morti, come è ben evidente dalla foto, la città di Rieti ha dimenticato uno dei più grandi suoi figli adottivi : Nazareno Strampelli.- La sua tomba è abbandonata all’incuria del tempo.- Soltanto fino a qualche hanno fa ci si ricordava di lui e, da parte di chi gestiva l’Istituto di Campomoro, di tanto in tanto vi veniva depositato un omaggio floreale. Poi, il completo abbandono.- La foto che pubblichiamo ne è testimonianza.

Neanche un fiore da chi, invece, avrebbe dovuto portare eterna gratitudine all’illustre scienziato ricordato soltanto per magnificare quel disgustoso “io” personale che, fermo nel tempo, ha dimenticato quanto, ancora oggi, sia sfruttata nel mondo la preziosa eredità lasciata da Nazareno Strampelli.- Non da inutili presuntuosi convegni, ma da particolari studi genetici portati avanti, ancora oggi da ricercatori cinesi, per completare la caratterizzazione molecolare del gene (Rht8) introdotto per la prima volta da Strampelli nel frumento migliorato. Alle ricerche del genetista sono oggi interessati ricercatori e biologi di Russia, Stati Uniti e Norvegia.-

A Rieti, questa eredità è stata dimenticata : di Nazareno Strampelli se ne parla per portare avanti progetti milionari, progetti con finalità diverse da quelle che hanno caratterizzato le ricerche portate avanti dall’Uomo del Grano anche grazie alle qualità dei terreni reatini.-

Si vuole sostituire la ricerca nel campo della granicoltura con quella olivicola-olearia, li proprio dove il grande genetista ha prodotto centinaia di sementi che hanno salvato il mondo dalla fame.- Sementi che ancora oggi vengono utilizzate in diverse aree del mondo.-

Con questo, non diciamo che la ricerca nel settore olivicolo-oleario non sia necessaria

diciamo soltanto che sarebbe più opportuno utilizzare l’Istituto di Campomoro per qualcosa di diverso riferibile al campo della cerealicoltura anche per non offendere la memoria del padre della “rivoluzione verde”.-

Adesso che l’immobile di Campomoro tornerà al Comune, sarà questo a decidere il futuro dell’Istituto, magari anche attraverso un concorso internazionale, perché lo “Strampelli” lo merita, anzi dovrebbe essere considerato un patrimonio dell’umanità.- Lo testimoniano le decine di teche di vetro contenenti le diverse qualità di sementi realizzate dagli studi di Nazareno Strampelli esposte al primo piano dell’immobile.-

Per la città di Rieti, un vero peccato aver trascurato, non tanto l’uomo, Nazareno Strampelli, quanto i suoi studi sui grani, quei “grani antichi” che oggi stanno caratterizzando gli studi genetici per la ricerca di varietà di grano adatte ai cambiamenti climatici in corso.

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