3 Maggio 2024

A cura di Elia Fiorillo
Ma com’è possibile che la terrazza mozzafiato dove il commissario Salvo Montalbano si rilassa, e spesso ha l’idea folgorante per risolvere i suoi casi,  sia abusiva? L’uomo che ha fatto della legalità  una ragione di vita, in una terra non semplice come la Sicilia, si trova poi a vivere e lavorare in una casa che, sotto sotto, legale non è.
Responsabilità lui, Montalbano, non né ha. La dimora con la loggia che affaccia su un angolo di paradiso terrestre gli è piaciuta e l’ha affittata. Che doveva mandare il suo fido piantone  Catarella a verificare se tutto fosse a posto? Ha firmato il contratto di fitto e prova a godersi quell’incanto tra mille problemi di lavoro,  aspettando la compagna che di tanto in  tanto lo va a trovare.


Si possono immaginare le reazioni alla notizia del presunto abuso edilizio sulla spiaggia di Punta Secca, frazione di Santa Croce Camerina (Ragusa), concernente la dimora in cui vive il personaggio creato dalla fertile fantasia di Andrea Camilleri. In uno stato dove spesso l’edificare contro le norme è “normale”, il solo pensiero che ci potessero essere delle conseguenze – anche d’immagine –  allo scoop fatto dalle Iene (quelle televisive) sull’illegalità edificatoria, ha suscitato preoccupazione anche ai vertici della Regione Sicilia. A “botta calda”, come si dice, il governatore Rosario Crocetta dichiara: «Metteremo un vincolo sull’immobile per il valore storico e culturale che ha in omaggio al commissario Montalbano, a Camilleri e a tutta l’isola». Nel paese delle sanatorie e delle provvidenziali prescrizioni, l’Italia tutta,  mancavano i vincoli per “meriti speciali televisivi” e il presidente Crocetta ci ha pensato con tempestività, in barba ad un’ordinanza di demolizione del 1991. Ma si sa “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge”, come previsto dall’art. 42 della nostra Costituzione, che però prevede anche “i limiti di godimento” ecc. ecc., ma questo è un altro discorso.

Rosario Crocetta, trasformatosi in avvocato difensore, afferma inoltre: «Ho visitato la casa di Montalbano la scorsa estate, mi sono affacciato sulla terrazza: una emozione grandissima. Quei luoghi li frequento fin da ragazzo e sono stati sempre così. Non possiamo permettere a nessuno neppure di ipotizzare la demolizione di una casa conosciuta in tutto il mondo e meta di tanti turisti. Questo sì che sarebbe un atto illegale. Attiverò immediatamente le procedure per tutelarla».

Anche il sindaco di Santa Croce Camerina, Franca Iurato, butta acqua sul fuoco, che dovrebbe essere sacro,  della legalità: «l’eventuale abuso edilizio dal punto di vista amministrativo riguarda il demanio, la capitaneria e i privati. Evidentemente qualche benpensante cerca di sporcare l’immagine del nostro comune facendo lo scoop. La presunta ordinanza risale al 1991: chissà quante sanatorie ci sono in corso… ». Se il sindaco si riferisce all’ordine di demolizione di un immobile abusivo, esso non è soggetto a prescrizione. “Può solo essere sospeso o revocato su iniziativa del giudice”. Così stabiliva la Corte di Cassazione con la sentenza n. 36387/2015.

Anche a Spoleto, dove c’è un altro commissario, in sottana però, don Matteo, si potrebbe sfruttare il principio che la notorietà televisiva “sana” irregolarità edilizie. Se sono stati commessi abusi in ristrutturazioni o altro nella città del “Festival dei due mondi” ecco, similmente, ci potrebbe essere la cancellazione per “meriti televisivi”.

Forse è il caso di riflettere sulla parola legalità: “L’essere conforme alla legge e a quanto è da questa prescritto”. Dovrebbe essere la prima regola che i governanti dovrebbero osservare. Il proprietario dell’immobile dove vive Montalbano, Pietro Di Quarto, afferma che l’inviato delle Iene si è fermato al 1992, quando c’era effettivamente da abbattere una superficie complessiva di 44 metri quadrati. «Ma la sua ricerca non è andata oltre: se avesse cercato meglio avrebbe trovato altrettanti documenti comprovanti l’assoluzione con formula piena, giunta nel 1995, in quanto il fatto non costituisce reato». Speriamo che sia così, proprio per evitare iniziative “anti-legalità” da chi la legalità dovrebbe tutelarla per principio e per competenza d’ufficio.

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