Il tentativo, a mezzo stampa, di ridurre ad una volgare cagnara le questioni, correttamente ed intelligibilmente poste dal sottoscritto e dal coordinatore regionale campano del Pdl sen. Nitto Palma, nel corso della rarefatta assemblea del gruppo parlamentare Pdl-Fi al Senato, va deprecato non solo perché mendace ma anche in quanto mistificatorio delle questioni politiche affrontate”. Lo dice il sen. Vincenzo D’Anna (Pdl-Fi), vicepresidente della commissione Affari Ue, che poi così prosegue: “ritengo di aver chiaramente esposto il mio pensiero insieme al collega Palma sulla opportunità di un preventivo chiarimento politico propedeutico ai successivi adempimenti riguardanti la legge di Stabilità”.
Per D’Anna: “Fingere che nulla sia accaduto e nulla possa accadere, alla vigilia del consiglio nazionale del Pdl, è un atto di somma ipocrisia se non il tentativo di quanti vogliono porre in secondo piano la grande questione politica che riguarda la permanenza, sulla scena parlamentare, del presidente Berlusconi”. Quanto alle proposte riguardanti la legge di stabilità, “che i cosiddetti ministeriali, d’intesa col Pd, vorrebbero in tutta fretta approvare – incalza D’Anna – abbiamo rilevato l’inconsistenza e le contraddizioni del documento posto dal governo fondato su basi aleatorie ed ipotetiche che necessita di una profonda revisione e non di pannicelli caldi per drenare ulteriore danaro o, peggio ancora, inserire surrettiziamente nuovi balzelli a carico dei cittadini”. “La reazione scomposta di qualcuno all’atto del nostro allontanamento della sede della riunione – spiega il senatore – è sintomatico del clima di tensione se non della protervia di coloro che a tutt’oggi ancora si sentono i padroni del vapore e pur invocando la democrazia decisionale fra gli elementi caratterizzanti del partito che sta per nascere, poi la contestano nella pratica”. “Sollecito anch’io, a questo punto, il presidente Schifani a convocare, all’indomani del consiglio nazionale (così come promesso nel corso della riunione, su invito di Nitto Palma), il gruppo parlamentare per discutere della linea politica e se è il caso degli attuali assetti dell’ufficio di presidenza che è bene ricordare non è certo espressione di una democratica designazione” conclude D’Anna.

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